Uno degli aspetti che contraddistingue la stagione politica di Barack Obama è una politica ambientale innovativa, coraggiosa e di significative dimensioni in termini di investimenti e aspettative.
Creare un sistema produttivo sostenibile è un’esigenza primaria per salvare la Terra che, col sistema attuale, è destinata alla distruzione. Siamo vicini al punto di non ritorno e la svolta storica dipende solo dalla volontà dell’uomo.

Ma una nuova politica ambientale può decollare anche perché incontra un’altra esigenza primaria della comunità mondiale: la salute della sua economia. È proprio nel pieno di una crisi economica – a parere di alcuni seconda solo a quella del 1929 – che un forte investimento sull’ambiente può costituire una strada per uscire dalla crisi, creando un futuro diverso, in cui il benessere e la crescita della complessa società umana proceda di pari passo con la salute del pianeta che ci ospita.
Insomma, possiamo decidere come uscire dalla crisi.

Lavorando sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, sulla sua conservazione e gestione e sui mezzi che la utilizzano, si possono creare nuove opportunità di lavoro e intere catene produttive.
In Italia si stima che fra nuove attività e la riconversione di quelle esistenti è possibile generare un milione di posti di lavoro in cinque anni.
Per il nostro Paese è un’opportunità ma anche un’esigenza, per non restare indietro, ancora una volta, rispetto alla strada intrapresa da tutto il mondo. Infatti non sono solo gli Usa a puntare forte sulla green economy: il Brasile produce con fonti rinnovabili più della metà dell’energia che consuma, la Cina è il paese al mondo che vi investe di più, addirittura il 38% del recente piano di rilancio economico (dati del Sole 24 Ore).
Si prevede che in Europa nasceranno 550.000 nuovi posti di lavoro dal solo settore delle energie rinnovabili. E’ giunto il tempo di salire su questo treno!

Il Partito Democratico propone all’Italia un piano di economia verde che unisca il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo economico. Il piano prevede il raddoppio delle fonti di energia rinnovabili; ecoincentivi per le auto, vincolati però a un impegno per ricerca e innovazione su riduzione di emissioni e consumi; incentivi per il riciclo dei rifiuti e per l’industria ad essi collegata, per la riqualificazione energetica degli edifici e degli elettrodomestici; un forte sviluppo del trasporto pubblico ecologico diffondendo l’uso di bus alimentati a metano, investendo 300 milioni di euro all’anno per cinque anni per mettere a disposizione dei pendolari mille nuovi treni, introducendo i buoni trasporto aziendali, sul modello dei buoni pasto.

Questi indirizzi sono estranei all’azione del Governo Berlusconi, che sulla crisi naviga a vista, con provvedimenti tampone del tutto insufficienti. Manca una visione di lungo periodo, capace di cogliere la serietà della crisi e di dare all’Italia un ruolo di primo piano in un mondo in profondo cambiamento.