Ore 12.13 – “La crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi anni e che sta segnando oggi piu’ che mai la nostra vita pubblica, di italiani e di europei, mostra una volta di più quanto quella europea sia una dimensione al contempo ineludibile e necessaria dell’azione dei pubblici poteri, sia a livello degli Stati nazionali che delle Regioni. I parlamenti nazionali ne sono sempre più consapevoli.
E’ una funzione essenziale dei Parlamenti nazionali garantire che le scelte che stanno maturando a livello europeo siano tanto piu’ condivise e comprese dalle nostre opinioni pubbliche. Parlamenti nazionali e Parlamento europeo non sono rivali, ma devono lavorare insieme nella consapevolezza di essere due essenziali pilastri del sistema parlamentare su cui poggia la nostra Unione.
E cosi’ i nuovi poteri attribuiti ai parlamenti nazionali, in particolare quelli relativi alla vigilanza sul rispetto del principio di sussidiarieta’, non devono essere interpretati o utilizzati per rallentare il processo di formazione delle decisioni dell’Unione ma, piuttosto, come occasione per dare un contributo propositivo e attivo alla definizione del diritto dell’Unione.
Il Senato italiano per parte sua ha voluto utilizzare a fondo gli strumenti messi a sua disposizione per partecipare in modo attivo alla fase di formazione del diritto comunitario. Ha aderito, sin dall’inizio, a quel vero e proprio dialogo politico con la Commissione europea che si e’ avviato nella passata legislatura e che si e’ ora perfezionato con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona.
Troppo spesso continuiamo a misurare l’attivita’ delle nostre Camere con il metro del numero delle leggi approvate. Sfugge invece all’osservazione di molti ed anche purtroppo a quella della stampa questa intensa e nuova attivita’ delle Camere”.
Lo ha affermato il Vice Presidente Vannino Chiti, intervenendo in rappresentanza del Senato al primo colloquio internazionale promosso dalla Fondazione Alcide De Gasperi e dalla Fondazione Konrad Adenauer sul tema ”Ruolo del Parlamento europeo e Parlamenti nazionali alla luce del Trattato di Lisbona”.