Brutte notizie dalla diciassettesima edizione del ”Rapporto sulla qualità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani” curato da Legambiente e Dall’ Istituto di Ricerche Ambiente Italia.
«É di nuovo allarme ambientale nelle grandi città italiane. Con l’unica eccezione di Torino, tutti i nostri centri urbani con più di mezzo milione di abitanti vedono peggiorare il loro stato di salute». Questo in sintesi il quadro che emerge dal Rapporto, che mette insieme informazioni su 125 parametri ambientali per un totale di oltre 125 mila dati.
Le due principali città italiane, Roma e Milano, fanno rilevanti passi indietro: nella Capitale i cittadini «patiscono ogni giorno gli effetti dannosi di una mobilità scriteriata, con centro e periferie invase dalle auto private». A livello nazionale si riscontra una crescita nella raccolta differenziata, ma Roma fa eccezione: la sua percentuale di raccolta intelligente dei rifiuti è immobile al 19,5%.
A Milano «tira una pessima aria, che peggiora in tutti gli indici della qualità, in particolare per le concentrazioni di Ozono (limite superato in 60 giorni, erano 41 lo scorso anno)».
Nel Rapporto spicca la collocazione nel fondo della graduatoria del Sud Italia e in particolar modo delle città siciliane. Palermo ha un tasso di raccolta differenziata di appena il 3,9%, addirittura inferiore rispetto all’anno scorso quando era al 4,3%. Il capoluogo siciliano arretra anche nel trasporto pubblico urbano, con un crollo del numero di viaggi per abitante: dai 110 dell’anno scorso ai 44 di quest’anno.
Nel complesso Legambiente e l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia hanno fotografato un paese che non riesce a colmare la carenza di isole pedonali, di zone a traffico limitato, di aree verdi. Nelle nostre città i trasporti pubblici urbani sono, in media, insoddisfacenti e di conseguenza scarsamente utilizzati. Peggioreranno l’anno prossimo per i tagli brutali fatti dal governo di destra. Quasi tutte le grandi città arretrano nel processo di depurazione delle acque e non diminuiscono sostanzialmente le perdite delle reti idriche.
Le buone notizie, oltre all’aumento di raccolta differenziata, riguardano la maggiore diffusione delle energie rinnovabili, una lieve contrazione della produzione di rifiuti nonché dei consumi di carburante e un leggero calo di emissione delle Pm10. Ma rimane in tutta la sua gravità l’emergenza smog.
Il livello di benessere non si misura solamente con la crescita del Pil, è molto importante osservare la qualità della vita dei cittadini. Le nostre città non sono ambienti a misura d’uomo. L’uso smodato delle auto private provoca ogni giorno danni all’ambiente e alle persone. Vedere la paralisi quasi permanente del traffico nelle nostre città e osservare che dentro la maggior parte delle auto ci sono una o al massimo due persone rende bene l’idea di quanto del nostro tempo sprechiamo per spostarci, di quanto inquinamento atmosferico e acustico contribuiamo a determinare e di quanto denaro spendiamo in benzina.
Dobbiamo dare il via ad un modello di vita urbana molto diverso: sostenibile per l’ambiente e confortevole per i cittadini. Il trasporto pubblico ecologico, gli spazi destinati al verde e alle attività sociali sono elementi essenziali per migliorare la nostra vita quotidiana. É indispensabile migliorare l’efficienza energetica e favorire al massimo la diffusione di fonti di energia rinnovabile e non inquinante, a partire dai pannelli fotovoltaici in tutte le nuove costruzioni.
Le nostre città possono essere il motore del cambiamento di tutto il paese, rendendo nei fatti e non a parole centrale la persona e la qualità della vita.
la mia poveran napoli! non so come non siamo in fondo alla classifica, con l’elergenza rifiuti come e peggio di prima.
Però l’Italia è bella e il sud è bellissimo
chiti, il traffico è il male delle città, proprio il primo e grande male. immaginate una città attraversata all’80% solo da bus ecologici, tram, metro, altri tipi di mezzi pubblici e biciclette per chi vuole. non immaginiamo nemmeno che bello sarebbe, che pace, che silenzio, che aria pulita.
Milano è una cappa. E qui nessuno può dire che non c’è una metropolitana capillare come possono dire i romani
Quel che è importante è creare tutt’altro modello di città, non fare la classifica all’interno di un modello unico sbagliato
Parliamo di parcheggi? perché non metterli tutti fuori città e limitare lo spazio urbano ai mezzi pubblici?
Siamo sicuri che a roma la differenziata sia al 19,5%? io vedo cassonetti sempre più rari, sempre più lontani da casa mia e non solo.
Cara Simona, il sud dell’Italia merita il rispetto e il massimo impegno del governo nazionale. Questo non sta avvenendo: la nuova emergenza rifiuti di Napoli dimostra che le tante promesse fatte due anni fa da Berlusconi si sono rivelate propaganda vuota.
La questione rifiuti in Campania impone una riflessione sugli errori commessi da tutta la classe dirigente – di destra e di sinistra – che ha governato in passato. Ma l’irresponsabile condotta delle destra di governo è inaccettabile. Nel prossimo blog parlerò più in dettaglio della questione. Voglio sottolineare la necessità di affrontare in fretta e con serietà la questione, trovando soluzioni definitive.
Cara Mariella, la città ideale che delinea lei è proprio l’altro modello di sviluppo urbano cui dobbiamo mirare, se vogliamo migliorare la qualità della nostra vita.
A quanto dice lei aggiungo che è necessario accrescere il livello di efficienza energetica degli edifici. In questo modo determineremmo un forte risparmio nei consumi delle abitazioni e degli uffici, riducendo così il costo ambientale della produzione di energia. Dobbiamo inoltre sviluppare lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. L’energia solare in città è una risorsa da sfruttare per trasformare quanti più edifici è possibile in piccole centrali di produzione energetica.
Caro Mattia, non conosco da vicino la realtà di Milano, ma alcuni problemi del capoluogo milanese sono noti. Certamente anche lì c’è un problema di eccessivo utilizzo degli automezzi privati. Anche gli spazi verdi, che pure a Milano esistono in misura maggiore rispetto ad altre città, dovrebbero essere di più, così come le aree pedonali e quelle riservate al trasporto su bicicletta. Milano, come Roma, soffre del problema di molti pendolari che, non essendo serviti a dovere dal trasporto pubblico, con le loro auto si riversano in città la mattina e la lasciano dopo l’orario di ufficio, intasando le arterie principali di entrata e di uscita dalla città.
Caro Massimiliano, le graduatorie, se realizzate con cura come nel caso di quella curata da Legambiente e dall’ Istituto di Ricerche Ambiente Italia, sono utili per capire quali realtà progrediscono e quali invece arrancano. Ma sono d’accordo con lei: la sfida è introdurre un nuovo modello di sviluppo urbano. Questo comporta molte modifiche in tutte le città italiane, anche se alcune sono molto più avanti di altre. Bisogna estendere le aree pedonalizzate a tutto il centro o buona parte di esso; creare lunghi percorsi ciclabili; garantire un servizio di trasporto pubblico capillare che renda inutile l’utilizzo dei mezzi privati; garantire la presenza di vaste aree di verde pubblico e spazi ricreativi equamente distribuito sul territorio cittadino, dal centro alle periferie; favorire la diffusione di fonti di energia rinnovabile, in particolare i pannelli fotovoltaici sugli edifici.
Caro Giuseppe. Scoraggiare l’ingresso in città dalle periferie delle auto private è una strategia obbligata per rendere la vita cittadina più vivibile. In questo quadro i parcheggi di scambio, dove lasciare la propria auto e prendere un mezzo pubblico per entrare in città, sono l’elemento più importante insieme ad un sistema di trasporto integrato che garantisca la massima copertura territoriale e la puntualità assoluta. Sia per i pendolari che per chi vive in città.
Tuttavia, una soluzione positiva sono anche i parcheggi sotterranei. Sopratutto nelle grandi città, centri di raccolta di numerose attività economiche di diverso genere, insieme a un efficiente servizio di trasporto pubblico, è importante raccogliere in alcuni spazi appositi il grosso delle auto private e liberare le strade.
Caro Daniele, il dato diffuso dal ”Rapporto sulla qualità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani” è di per sé allarmante. La raccolta differenziata dovrebbe attestarsi su percentuali ben più alte del 19,5%. L’obiettivo obbligato deve essere quello di un sistema diffuso strada per strada, casa per casa. Se addirittura ci sono cittadini, come lei, che dubitano della attendibilità di quel dato, la situazione è ancor più preoccupante. Alemanno non sta mantenendo le promesse fatte ai romani. Nella Capitale e nel Lazio tante cose non vanno. Per questo noi del Partito Democratico ci stiamo impegnando per riproporci agli elettori con programmi seri.