Ore 17.51 – “Tagli feroci stanno investendo da anni il settore della scuola e della cultura. La Legge 133 del 2008 ha tolto 8 miliardi alla scuola e 1,2 miliardi all’universita’ mettendo in ginocchio il sistema di istruzione pubblico”.
E’ quanto ha detto il Vice Presidente del Senato Vannino Chiti a Campi Salentina (Lecce) nel corso della cerimonia di consegna della Carta Costituzionale ai ragazzi neo-diciottenni.
Chiti ha anche ricordato a questo proposito che “il Capo dello Stato ha piu’ volte sottolineato, richiamandosi proprio ai principi costituzionali, come servano ‘piu’ risorse per la scuola e piu’ investimenti nella cultura, ma anche piu’ qualita’ in termini di attivita’ formative e impegno a produrre buoni risultati, e questo dipende dagli insegnanti da un lato e dagli studenti dall’altro’.
In un momento di crisi economica – ha proseguito Chiti – come quello che stiamo attraversando, ha detto Napolitano, ‘occorre fare scelte, ma non si puo’ tagliare in modo indifferenziato’. Il Capo dello Stato ha citato l’esempio della Germania che ha previsto ‘tagli anche alla spesa sociale, ma allo stesso momento ha annunciato un aumento della spesa per ricerca e formazione. E’ essenziale stabilire delle priorita’ ”. Chiti infatti ha sottolineato che “la  scuola deve con lo studio, far imparare conoscenze, trasmettere un metodo per apprenderne di nuove, ma al tempo stesso deve accompagnare la formazione dei cittadini.
A scuola si deve anche apprendere la Costituzione, i suoi valori guida; la legalita’; la responsabilita’. I valori non nascono spontaneamente: si devono conoscere, vivere, attuare. Prima nelle famiglie, poi nelle scuole, e con l’esempio delle istituzioni”.
A proposito della Carta Costituzionale, Chiti ha poi evidenziato che “negli Stati Uniti i bambini alle elementari studiano il Preambolo della loro Costituzione. Altrettanto dobbiamo fare noi in Italia. Non e’ sufficiente inserire la parola Resistenza nei programmi scolastici, bisogna andare oltre.
Sarebbe bello – ha concluso il Vice Presidente – che venisse promossa una legge di iniziativa popolare e che la proposta fosse lanciata da Comuni e Regioni, magari di diverso orientamento politico, perche’ la Costituzione e la Resistenza uniscono l’Italia e continuano a orientare  il nostro cammino”.