Congressi nei circoli a novembre per eleggere i nuovi segretari cittadini e provinciali, a partire da Roma. Primarie di coalizione a dicembre per designare i candidati sindaci del centrosinistra nei 110 comuni laziali che voteranno in primavera. Ancora primarie, stavolta dei soli democratici, per scegliere a gennaio il nuovo segretario regionale. E la road map disegnata dal neo-commissario Vannino Chiti, spedito da Bersani nel Lazio per «rimettere sui binari» un Pd in balia delle correnti. «Quando il segretario mi ha chiamato non mi ha chiesto di fare il notaio delle mozioni né io l’avrei fatto – avverte però Chiti – ma di ricostruire le condizioni normali di vita di un partito entrato in sofferenza».

Senatore  Chiti, il commissariamento è stato piuttosto contestato dai big locali.
«Il mio è un mandato chiaro e a tempo: rimettere in moto un partito da mesi senza segretario dopo le dimissioni di Mazzoli e il tentativo fallito di eleggerne uno nuovo in assemblea. E siccome non vogliamo fare come il governo col ministero dello Sviluppo economico, in un momento in cui la destra arranca a livello sia locale sia nazionale, non si poteva più restare senza guida, tanto più in vista di appuntamenti per noi fondamentali».

Si riferisce ai congressi?
«Non solo. Anche alle amministrative di primavera che nel Lazio riguarderanno 110 comuni. Poiché siamo già in ritardo, proporrò alla direzione regionale di eleggere i segretari cittadini e provinciali nei congressi di circolo entro novembre. E poi di individuare una domenica di dicembre per scegliere con le primarie di coalizione, ovunque è possibile, i candidati sindaci del centrosinistra».

Qualcuno dice che sarebbe opportuno riaprire il tesseramento.
«I partiti che lo fanno alla vigilia dei congressi triplicano sempre gli iscritti ma poi il giorno dopo non se ne vede più uno. Non è serio e non si farà. Lo statuto è chiaro».

Ma almeno ha capito perché Bersani ha scelto lei?
«Guardi, gliel’ho anche chiesto: “Perché non nominare commissario un dirigente del Lazio che conosce meglio dinamiche e problemi?”.Mi ha risposto: “Bisogna evitare l’impressione che ci sia qualcosa di precostituito rispetto alle primarie con cui verrà eletto il prossimo segretario regionale”. Il mio impegno è di farle a gennaio».

Secondo lei perché il Pd Lazio è finito in questo pantano?
«Credo che tutto parta dalla vittoria della destra in Campidoglio: il Pd è rimasto traumatizzato e non ha approfondito le ragioni di quella sconfitta. Non si è capito in tempo che una fase si era chiusa – una fase alta di governo, in cui Roma e Lazio hanno parlato al Paese – e che c’era bisogno di costruirne una nuova. Poi sono arrivati il “caso Marrazzo” e la batosta alle regionali. Brutti scossoni che hanno inciso sulla coesione del partito».

Sta dicendo che, andata via la vecchia classe dirigente che ha governato Roma per 15 anni, non c’è stato un ricambio all’altezza?
«Penso che rispetto ad altre realtà, qui siano già in campo giovani dirigenti, preparati e autorevoli, in grado di assumersi responsabilità di primo piano. Devono solo imparare a fare squadra».

GIOVANNA VITALE