Il discorso pronunciato da Fini a Mirabello contiene alcuni elementi chiari: “Futuro e libertà per l’Italia” non si ritrova più nel modello del “berlusconismo”. Capisaldi fondamentali della visione che Berlusconi e il Pdl hanno del potere, delle istituzioni, della democrazia parlamentare, della legalità, del rapporto tra politica e cittadini sono sottoposti a dura critica. La destra italiana adesso ha due punti di vista diversi fra loro e incompatibili. Quello che appare chiaro è che la maggioranza e il Governo stanno vivacchiando, senza affrontare i problemi veri del Paese: il lavoro, la scuola, lo sviluppo, le modernizzazioni del Paese.

La difficile fase economica e sociale dell’Italia non consente una paralisi istituzionale. Gli italiani aspettano risposte e azioni chiare: dobbiamo evitare il rischio di una ripresa soffocata sul nascere, che non sia in grado di rilanciare l’occupazione. La crisi economica ha duramente colpito i giovani e le tante famiglie che hanno redditi medio-bassi. Inoltre, l’Italia soffre di problemi strutturali la cui soluzione può venire solo da politiche serie e innovative: gli squilibri sociali e le differenze di reddito crescono anziché ridursi; i salari sono ormai agli ultimi posti in Europa; il welfare – ancora incentrato sul risarcimento – non premia il merito a partire dalle uguali opportunità. Se perdiamo mesi per colpa delle divisioni interne alla destra rischiamo il baratro!
I fatti dicono che una maggioranza tra le più consistenti nella storia della Repubblica è venuta meno, ha fallito la sua missione dopo nemmeno metà legislatura.

Berlusconi ha il dovere di venire in Parlamento per verificare se abbia ancora i numeri per andare avanti: altrimenti si deve fare da parte e rimettere il mandato al Presidente della Repubblica. Noi faremo in quel caso il possibile per cambiare, prima delle elezioni, la legge elettorale.
Le liste bloccate sono antidemocratiche. Bisogna  ridare ai cittadini il potere di decidere, con il loro voto, sia le maggioranze di governo che i loro rappresentanti nelle istituzioni. In nessuna democrazia europea esiste un sistema elettorale con un premio di maggioranza come il nostro: questo meccanismo favorisce coalizioni eterogenee, che poi si dimostrano incapaci di governare.

Per questo motivo, in caso di crisi, la cosa più saggia sarebbe il varo di un governo a termine. Per poterlo fare occorrerebbe in Parlamento il concorso di una parte dell’attuale maggioranza oltre che dell’opposizione.
Ho apprezzato il fatto che domenica Fini abbia sottolineato la necessità di sostituire il “porcellum”.
Pdl e Lega invece vogliono negare ai cittadini italiani di scegliere i loro rappresentanti: non vogliono farli contare. I cittadini sono in democrazia i sovrani, non Pdl e Lega.

Il Pd si farà trovare pronto con un programma di governo alternativo, per sconfiggere alle elezioni questa destra e rendere l’Italia un Paese giusto, moderno, protagonista di uno sviluppo sostenibile, a un paese nel quale la legalità, la certezza delle regole non vengano calpestate da chi detiene il potere nella politica e nell’economia; un paese nel quale ogni cittadino sappia di avere dei diritti e dei doveri.