Ore 12.15 – “E’ importante che ci sia un impegno forte di tutta la societa’ e dei laici cattolici per cambiare la legge elettorale. Quella attuale non va. Non e’ vero che permette al popolo di esprimersi, il popolo sceglie le maggioranze di governo ma non i propri rappresentanti nelle istituzioni. Se non si scelgono anche i propri rappresentanti la democrazia si impoverisce e si ha una separazione profonda tra cittadini e istituzioni”.
Cosi’ il Vice Presidente del Senato, Vannino Chiti, intervenendo ai microfoni della Radio Vaticana in diretta dal Meeting di Rimini in un programma dedicato alla riforma della legge elettorale.
“Questa legge elettorale – sottolinea Chiti – e’ frutto di una tendenza oligarchica, di una spinta di tipo autoritario, perche’ da’ voce a pochi all’interno dei partiti e crea una subalternita’ dei parlamentari nei confronti del governo”.
In risposta alla domanda se la legge elettorale sia alla base di alcune anomalie che sta registrando la politica italiana Chiti afferma: “Non favorendo la trasparenza questa legge incoraggia un uso spregiudicato e di parte della cosa pubblica. Non e’ l’unico male ma contribuisce alla diffusione del male. Penso che la legalita’ debba affermarsi a partire dal ruolo delle famiglie, della scuola, delle istituzioni religiose e con la testimonianza di tutte le istituzioni, da quelle piu’ vicine ai cittadini, come i comuni, fino al parlamento e al governo. Ma se una legge non consente di scegliere i propri rappresentanti, di valutarli e di controllarli, un rappresentante puo’ essere indotto a comportarsi male.
Ci sono politici che hanno paura di farsi scegliere dal popolo e sta passando un’abitudine che non e’ una virtu’: quella di non sentire che cosa dicono i cittadini, che cosa pensano davvero i territori, qual e’ l’impatto di un provvedimento su quel territorio, ma di essere ossequiosi nei confronti di chi poi determina la collocazione delle liste.
Per questo bisogna cambiare la legge. Occorre – conclude Chiti – che i cittadini italiani, facciano sentire alla politica la propria voce, e’ necessario un sussulto di volonta’ civile”.