Chiti rilancia con un convegno la proposta del Professore.
«Primarie solo per il premier»
ROMA – «Oggi il Pd è metà carne, metà pesce. Un po’ presidenzialista, un po’ federalista. Non può restare così a lungo. Bisogna scegliere». E Vannino Chiti non ha dubbi sulla via da imboccare. Solo la scelta federalista, dice, può consentire al Pd «radicamento» nei territorio e «rinnovamento» dei gruppi dirigenti. Sabato prossimo, a Livorno, con la sua associazione Politica e Società, proverà a rilanciare l’idea che Romano Prodi abbozzò qualche mese fa sul Messaggero, declinandola con proposte di modifiche statutarie. Una riguarda le primarie «aperte». Per Chiti vanno mantenute per le candidature a premier, a governatore, a sindaco. Ma non per il segretario del partito.
Senatore, non teme l’ira di chi considera le primarie addirittura come un tratto identitario del Pd?
«Da segretario regionale del Pds, nel 1990, fui il primo a organizzare primarie per la scelta dei candidati al consiglio della Toscana. Sono un sostenitore delle primarie aperte. Ma è meglio riservarle alle cariche istituzionali e promuoverle insieme alla coalizione con cui si vuole governare».
E il segretario del partito?
«Lo possono eleggere gli iscritti, o comunque gli aderenti ad un albo degli elettori. Dobbiamo evitare che un’elezione di tipo plebiscitario produca un partito presidenziale».
Nell’ultima assemblea nazionale è stato cambiato lo statuto, prevedendo che i circoli territoriali e i consigli cittadini eleggano direttamente almeno un terzo del consiglio del livello territoriale superiore.
«Una buona scelta. Ma perché ci siamo fermati al livello provinciale? Noi chiediamo che si faccia altrettanto con i consigli regionali. E che almeno il 50% degli organismi nazionali venga eletto dalle Regioni. Solo una scelta federalista può rimettere il partito con i piedi per terra e radicarlo. E solo eleggendo gli organismi regionali e nazionali nello stesso percorso congressuale si può evitare che i dirigenti locali dipendano dall’alto prima che dagli iscritti. Peraltro questa è la via di un vero rinnovamento: nel partito plebiscitario i giovani rischiano di esser promossi solo per cooptazione. E, peggio, che la cooptazione avvenga per via correntizia».
cla.sa.