Ore 15.30 – “L’idea di riforma dello Stato sostenuta a Parigi dal Presidente del Consiglio Berlusconi avrebbe un esito certo: quello di una democrazia autoritaria. A che altro porterebbe l’elezione diretta a turno unico del Presidente della Repubblica e del Parlamento? Con il 40 per cento si diventa per cinque anni Capo dello Stato? Magari sconfiggendo un rivale che ha avuto il 39 per cento dei consensi! Ci si rende conto che ne uscirebbe un Paese con divisioni piu’ profonde e laceranti di quelle di oggi, con un prestigio e una autorevolezza delle istituzioni non certo aumentati, con un loro accresciuto distacco dai cittadini?”
Cosi’ il Vice Presidente del Senato Vannino Chiti in risposta alle dichiarazioni rese dal Presidente Berlusconi a Parigi.
“Immagino poi – continua Chiti – che la legge elettorale sognata dal Premier sia quella in vigore: liste bloccate e premio di maggioranza. Se questa e’ la strada che la destra imbocca non esistono a mio parere seri margini di intesa. Altro che riforme per l’Italia: si avrebbero nuove occasioni di scontro. Fini ha avanzato proposte diverse: sono in campo o rappresentano solo un approccio teorico per i dibattiti? E la Lega – sottolinea il Vice Presidente – ha non dico una regia ma almeno una impostazione che conta oppure e’ rassegnata a buttare nel mare delle contrapposizioni anche il federalismo? Vedremo cosa in concreto emergera’ – conclude Chiti – ma certo uscite come quelle di Berlusconi, per il peso che hanno, sono tutt’altro che un buon inizio”.