(9Colonne) Roma, 29 mar – I senatori del Pd Ferrante, Della Seta, Di Giovan Paolo, Magistrelli, Carloni, Chiti, Vita e Pinotti chiedono al premier di avviare una urgente indagine per fare luce sulle responsabilità nella morte di Giuseppe Uva – il 43enne morto per arresto cardiaco dopo essere stato
sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio con psicofarmaci in seguito ad un fermo a Varese per stato di ebbrezza – evidenziando che questo episodio “dimostra una volta di più che i casi di Federico Aldovrandi e Stefano Cucchi non sono eventi isolati”. I senatori ricordano quindi passate interrogazioni in materia ed anche una recente mozione sullo “stato di degrado, di mancanza di diritti umani e di suicidi sospetti nelle carceri e nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) italiani” e chiedono quindi
a Berlusconi di riferire “sulla reale consistenza del fenomeno delle morti in carcere e nei Cie in modo che possano essere concretamente distinti i suicidi dalle morti per cause naturali e da quelle, invece, avvenute per cause sospette”. Sollecitano anche la creazione di un “osservatorio per il monitoraggio delle morti che avvengono in situazioni di privazione o limitazione della libertà personale al di fuori del sistema penitenziario”, che rappresenti anche le associazioni per i diritti dei detenuti e degli immigrati. E ancora i senatori del Pd chiedono al premier urgenti stanziamenti di fondi per migliorare la vita degli agenti penitenziari e dei detenuti. “La situazione in Italia, tra chi muore a poche ore dal fermo e chi si suicida in carcere – scrivono -, è diventata drammatica per un Paese civile come l’Italia; dal 2002 a oggi sono morti in carcere 704 detenuti”. E sostengono che nelle carceri italiane “si può affermare, senza paura di smentita, che oramai è in corso una drammatica ed inesorabile strage silenziosa; sono già ben 11 le persone che dall’inizio anno si sono tolte la vita in vari istituti penitenziari del Paese”. Concludono che “le direttive che starebbero per essere emanate dall’amministrazione penitenziaria per supportare psicologicamente alcuni detenuti sono sicuramente da considerare positivamente, ma sono misure che appaiono palliative quando si fanno i conti con il trend che porterà presto la popolazione carceraria a 70.000 detenuti, mentre nella metà del 2012 potrebbe toccare le 100.000 unità”.