Ore 10.00 – “Il 16 marzo del 1978, col rapimento di Aldo Moro e il massacro della sua scorta, la democrazia italiana subi’ un attacco tra i piu’ gravi della sua storia. I terroristi delle Brigate Rosse con la violenza e la strage operarono contro il popolo italiano e la nostra democrazia, in una fase difficile e delicata caratterizzata a livello politico dalla esperienza dei governi di solidarieta’ nazionale”.
Cosi’ il Vice Presidente del Senato, Vannino Chiti nel giorno in cui si commemora il rapimento del Presidente della Democrazia Cristiana e la strage degli uomini della sua scorta.
“L’Italia senza Aldo Moro non fu piu’ la stessa e il passaggio all’alternanza nel governo del Paese conobbe altri percorsi, non piu’ guidati dalle forze politiche che avevano vinto il fascismo e costruito la Repubblica.
A 32 anni dal rapimento di Aldo Moro e dall’atroce uccisione dei cinque uomini della sua scorta – i carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci e i poliziotti Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi – dobbiamo ricordare, facendone una occasione di memoria condivisa del nostro popolo, quale tributo di sangue sia stato pagato per difendere la liberta’ e la democrazia”.
Il mio pensiero – sottolinea Chiti – va ad Aldo Moro: alla sua figura di statista e politico, sempre impegnato nella ricerca del dialogo, del confronto, di possibili intese; alla sua capacita’ intelligente e fiduciosa di guardare al futuro, al suo forte senso delle istituzioni e dello Stato. E va al sacrificio dei cinque carabinieri e poliziotti, ragazzi e padri di famiglia, che quel giorno persero la vita per servire il nostro Paese”.