Ore 11.15 – “Nella ricorrenza del 20′ anniversario della scomparsa di Sandro Pertini voglio ricordare un protagonista del ‘900, un uomo che ha attraversato la storia del nostro Paese e che ha dedicato alla politica e all’impegno per l’Italia la sua vita, la sua intelligenza e la sua umanita’ ”.
Cosi’ Vannino Chiti, Vice Presidente del Senato.
“Pertini – prosegue Chiti – ha combattuto con onore durante la prima guerra mondiale per poi appassionarsi alle sorti degli oppressi – operai, contadini, grandi masse proletarie urbane -, alle durissime condizioni di vita e all’inumano sfruttamento ai quali erano costretti. Il suo impegno lo ha portato da subito a combattere il fascismo. Una lotta nella quale ha conosciuto l’esilio, l’arresto, il confino e poi la clandestinita’ della guerra partigiana. Fu un combattente coraggioso e intelligente e un pericolo costante per i nazifascisti. Combatte’ a Porta San Paolo, venne catturato, condannato a morte dalle SS e liberato dal carcere di Regina Coeli di Roma grazie a un’audace azione di spionaggio dei Gruppi di Azione Patriottica, organizzata, tra gli altri, da Giuliano Vassalli. Come membro della Giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale fu protagonista della Resistenza italiana, soprattutto in Toscana, Lombardia e Val d’Aosta, organizzando, tra l’altro, l’insurrezione di Milano.
Ma Pertini fu anche l’uomo che apri’, per primo, la Presidenza della Repubblica ai cittadini italiani, riducendo la distanza che separava le istituzioni dalla vita reale e rappresentando il pensiero degli italiani, il loro coraggio e i loro sentimenti, davanti ai terribili eventi che il Paese ha affrontato. Penso al terrorismo rosso e nero e alle stragi, che hanno insanguinato il Paese col suo folle disegno eversivo e al quale lui ha sempre opposto la salda fiducia nelle istituzioni dello Stato. Oppure al terremoto dell’Irpinia, quando impose ai protocolli ufficiali la sua volonta’ di recarsi immediatamente sui luoghi della sciagura spingendosi fin nel cuore della distruzione, per poi piangere senza vergogna lacrime di commozione e denunciare i ritardi della macchina dei soccorsi”.