Si aspettava la vittoria di Nichi Vendola alle primarie pugliesi?
Coloro che conoscono la Puglia meglio di me, e parlo di parlamentari con cui ho rapporti frequenti, mi dicevano che Vendola avrebbe certamente vinto in modo netto. Forse nessuno aveva preventivato un risultato del 70% a suo favore. Ma sulla sua vittoria nessuno aveva fatto una previsione diversa.

Boccia. era il candidato su cui l’Udc aveva puntato. Ma è così che si costruirà il nuovo centrosinistra? Con l’accordo sui nomi?
Il nuovo centro sinistra è una necessità cui non si può rinunciare. Ma è anche un cantiere e come tutti i cantieri ci sono parti dell’edificio che vengono subito bene e altre no. Servono regole precise per la coalizione e non ci mancano le esperienze positive da cui prendere esempio come le primarie del 2005, quelle che elessero Romano Prodi ma che videro la partecipazione di Bertinotti, di Mastella, di Di Pietro e tanti altri.

Primarie di coalizione quindi, ma con quali regole?
Primo, occorre stabilire il perimetro della coalizione con le priorità fondamentali che tutti, in caso di vittoria, si impegnano a portare avanti. Inoltre credo anche che le primarie di coalizione si debbano fare soltanto se non c’è l’accordo tra i partiti che compongono l’alleanza. Non vorrei insomma che per fare le primarie a tutti i costi le si faccia con un candidato solo. Ma soprattutto le primarie andrebbero svolte sempre, e sottolineo sempre, almeno tre mesi prima dell’avvio della campagna elettorale, altrimenti si disperde il valore aggiunto che la partecipazione popolare crea di per sé. Ricordo che durante queste primarie in Puglia c’è stata una partecipazione quattro volte superiore a quelle di cinque anni fa. E un potenziale troppo grande per non valorizzarlo e creare una differenza con la destra che sceglie i suoi candidati da Roma con la Lega Nord che incassa due candidati presidenti nelle regioni settentrionali in cambio del voto favorevole sul processo breve e altre norme ad personam.

Le primarie quindi andrebbero fatte sempre. Anche per i parlamentari?
Secondo me le primarie funzionano per le cariche monocratiche e quindi per i presidenti di Provincia, i sindaci, i presidenti di Regione e per il presidente del Consiglio. Per i parlamentari invece credo che ci sia un problema ben più grave. E necessario modificare al più presto il famoso “porcellum”. Non si rimedia allo scempio democratico compiuto se le primarie le fa solo il centrosinistra e non la destra. Credo che il cambiamento della legge elettorale sia la condizione senza la quale non ci potrà essere accordo sulle riforme.

Senta Chiti, Chiamparino in due recenti interviste ha detto che per il 2013 occorre trovare un nuovo candidato per il centrosinistra e rifondare l’Ulivo? E d’accordo?
Tre mesi fa abbiamo scelto il nuovo segretario del Pd e non il candidato alla Presidenza del Consiglio. Il centrosinistra che dobbiamo costruire con le priorità alternative alla destra è un punto fermo, Ma la candidatura alla Presidenza del Consiglio non dobbiamo sceglierla nel 2010 bensì nel 2012.

Si parla sempre di riforme istituzionali da portare a termine. Quali sono qui le priorità su cui lavorare?
Fermo restando che la nostra Costituzione così com’è va benissimo — e non mi riferisco soltanto ai suoi principi fondativi ma anche alla sua struttura –, c’è bisogno di cambiare alcuni organismi dello Stato. In un direzione volta a rendere questi organismi più democratici e più efficienti. Per fare questo occorre compiere quattro scelte: primo, riduzione del numero dei parlamentari; secondo, differenziare le funzioni di Camera e Senato: terzo, rendere più forte il funzionamento del Governo ma restando una Repubblica Parlamentare; quarto, cambiamento della legge elettorale perché non può esistere un Parlamento di nominati.

Un’ultima domanda sul Pd. Ce li vedrebbe Vendola e la Bonino nel Partito Democratico?
Dopo le elezioni regionali noi dobbiamo dare vita ad un grande dibattito politico e culturale sul paese. Per fare in modo che il Pd diventi la forza di sinistra di questo secolo. Ma per fare questo il Pd dovrà avere una sua visione del mondo, dei valori fondanti da cui trarre forza e che ne siano la ragion d’essere e avere inoltre dei forti collegamenti con i progressisti europei. In questo contesto penso che sia Vendola che la Bonino potrebbero dare non solo un contributo importante ma anche divenire dei protagonisti di una forza moderna come quella che dovremmo costruire.

Nicola Del Duce