Apertura al confronto sulle riforme senza pregiudiziali e sospetti: nella consapevolezza che laddove non si è d’accordo si sarà liberi di votare no. Parla all’opposizione e a Pd in particolare il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, già ministro alle riforme con Prodi. Due i punti nodali: sulla giustizia ripartire dalla bozza Boato e sul lodo costituzionale nessuna chiusura: niente di scandaloso, ha ragione Marini.

Cosa è cambiato dopo l’aggressione al premier?
«E prevalsa nelle forze politiche la valutazione che sia importante produrre ogni sforzo per il confronto, anche aspro, sui contenuti e nel rispetto reciproco per modernizzare il Paese. L’Italia ha un bisogno urgente di riforme. In questo senso Napolitano sta svolgendo un lavoro paziente e un ruolo fondamentale. Se questa non sarà una legislatura costituente le forze politiche pagheranno un duro prezzo coni cittadini».

Quali sono le priorità?
«Aldilà degli assetti istituzionali, considero salutare che il Parlamento apra una sessione su sviluppo e lavoro per dare risposte ai bisogni. Anche se non si dovesse arrivare a delle convergenze».
Quanto pesano sulle riforme le vicende personali del premier?
«Fin qui la giustizia è stata sempre affrontata a partire dal premier e con un rosario di leggi ad personam. Non può essere questa la strada».

Quale dovrebbe essere?
«E bene ragionare in termini di giusto processo, di una ridefinizione dei ruoli di prn, giudici e avvocati difensori, nel rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. Si potrebbe ripartire dalla bozza Boato, seppure alcuni aspetti vadano rivisti».

Per esempio?
«Lo sdoppiamento del Csm non ha senso. Inoltre: concordo con Violante quando propone l’aumento dei membri laici. Poi personalmente apprezzo l’apertura di Marini al lodo costituzionale: nulla di scandaloso. Comunemente si ritiene che la riforma della giustizia non possa realizzarsi o che il centrosinistra sia indisponibile. Non è così.  Concordo in pieno con quanto affermava ieri Giuliano Pisapia sul Manifesto. E’ una buona proposta per il centrosinistra e per il Pd».

Nel Pd c’è chi nutre dubbi e teme scambi.
«Sospetti ingiustificati. Si vada al confronto con sicurezza: discutiamo, se nel merito siamo in disaccordo votiamo no e se le riforme non si faranno la responsabilità non sarà nostra».
Il metodo: la bicamerale è necessaria?
«Prima i contenuti. Al netto della giustizia, i nodi che vanno affrontati sono il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione dei parlamentari, il rafforzamento del governo parlamentare. Su questi temi si dovrebbe aprire una discussione alle Camere, che dovrebbe concludersi con una mozione parlamentare di indirizzo. La strada maestra sarebbe l’articolo 138, attraverso due possibili soluzioni: lavoro nelle commissioni competenti, ocome propone Calderoli una convenzione di parlamentari, aperta a un novero di rappresentanti delle regioni e città più importanti».

Corrado Castiglione