Le famiglie italiane sono alle prese con un impegno sempre più difficile: quello di far quadrare i loro conti.
Negli ultimi mesi la percentuale di quelle che non riesce a rispettare gli impegni di pagamento dei mutui e dei prestiti con gli istituti di credito è salita al 2,7%. L’associazione delle banche ci dice ancora che è ancora un livello basso rispetto al resto dei Paesi europei. Accanto ai debiti delle famiglie c’è un calo dell’occupazione: sono già 577 mila i posti perduti nell’ultimo anno.
La situazione è molto seria e deve diventare centrale nell’attenzione e nella iniziativa del Pd.
Il debito delle famiglie è cambiato negli ultimi anni: si è passati dal mutuo per la casa al debito contratto per acquistare l’auto, gli elettrodomestici, i mobili, i computer, i capi d’abbigliamento, la palestra, perfino le vacanze. Anche altre esigenze fondamentali trovano sempre più spesso una risposta ricorrendo a prestiti bancari: i libri di scuola, l’asilo privato se non si trova il posto in quello pubblico, la cura alle persone anziane. Il ricorso all’usura è cresciuto a livelli preoccupanti. Con stipendi di poco più di 1000 euro al mese come si può far fronte ai bisogni delle famiglie, alla educazione dei figli?
Le Regioni e molti comuni hanno messo in atto interventi di sostegno per chi è in difficoltà, ma il governo è al di sotto delle necessità.
I soldi pubblici del fondo contro il sovra-indebitamento (30 milioni) sono stati dirottati per affrontare l’emergenza Abruzzo: doveva essere immediatamente rifinanziato ma per ora nulla si muove. Si tratta, in ogni caso, di misure tampone che non affrontano il problema dei debiti contratti dalle famiglie italiane nel lungo termine. La sospensione dei mutui per 12 mesi decisa dalle banche è una boccata d’ossigeno, ma nulla di più.

Per il Pd la famiglia costituisce non solo una comunità di affetti indispensabile ad ogni persona, ma anche il cuore di un moderno stato sociale e una risorsa per il Paese. Oggi più che mai è necessario sostenere le sue potenzialità, contrastare le paure, restituire fiducia.
Occorre investire sulla famiglia, non a parole ma con scelte concrete.
Aumento del 35% gli assegni al nucleo familiare; estendendoli ai lavoratori autonomi in base al numero dei figli e al reddito; assocurando la gratuità dei libri di testo fino a 18 anni;1 assegnando 1 miliardo di euro alle Regioni per i nidi e per la non autosufficienza.
Le famiglie hanno bisogno di interventi immediati, non della retorica e della propaganda del governo.