Le battaglie sui diritti civili si fondano su competenze e norme. Così si crea soltanto una gran confusione

Vannino Chiti, Vice Presidente del Senato, il consiglio comunale ha approvato la delibera che istituisce il registro del biotestamento. Che ne pensa?
«Qui non è in discussione la scelta del testamento biologico. Io sono fermamente contro lo stato etico e perché ci sia una assunzione di responsabilità da parte dei cittadini. Il problema però è che il Consiglio comunale non ha competenza in questa materia. Occorre una legge nazionale e quindi poteva essere fatta utilmente una sollecitazione positiva al Parlamento; invece, deliberare l’istituzione del registro del testamento biologico senza fondamento giuridico, è un atto privo di efficacia, che mette soltanto una bandierina su temi che sono invece di estrema serietà e importanza. Se le battaglie civili si fanno non ricercando gli strumenti che hanno una loro efficacia e non lavorando per le più ampie intese possibili, non si costruisce niente di nuovo, né di positivo, ma si opera soltanto confusione».

Il sindaco di Firenze, cattolico, non ha partecipato al dibattito in Consiglio. La nota dell’arcidiocesi sembra riferirsi anche a lui.
«Non so quali siano i motivi per cui sindaco e vice sindaco non abbiano fatto sentire la loro voce, non so neppure quali siano i motivi per cui neanche le direzioni politiche del Pd a Firenze e in Toscana non lo abbiano fatto. Se si voleva fare un ordine del giorno di sollecitazione al Parlamento sarebbe stata un’altra cosa. Ma assumere una decisione di prevedere il registro del testamento biologico, senza fondamento né competenze giuridiche, in assenza di una legge nazionale, è un’operazione che confonde la battaglia per i diritti civili con la propaganda. E la propaganda non se la possono permettere le istituzioni, che o fanno orientamento attraverso ordini del giorno o con le loro competenze assumono decisioni. Qui si è seguito una terza via che non esiste».

Ornella De Zordo però sostiene che è uno strumento di civiltà per Firenze.
«Gli strumenti di civiltà sono quelli che hanno un fondamento giuridico nelle competenze. Se diventano bandiere al vento, non rappresentano niente, non possono essere realmente utilizzati da nessuno, dividono soltanto e non producono effetti. E c’è un fatto su cui mi interrogo».

Quale?

«Mi chiedo quale sia stato quell’organismo tecnico-giuridico del Comune che ha considerato ammissibile questa deliberazione del Consiglio comunale, perché secondo me non sta né in cielo né in terra questa valutazione. Tutte le scelte, e anche le battaglie sui diritti civili si fondano su competenze e norme e la storia ci ha insegnato che le decisioni che mettono sotto il tacco delle scarpe le norme non sono state mai utili, al di là delle intenzioni, alla vita democratica. Perché non è vero che il fine giustifica i mezzi. Già in Italia c’è una destra che mette le norme e le leggi sotto i piedi, non c’è bisogno di fare la rincorsa su questo stesso terreno. Io sono contro lo Stato centrale quando assume, espropriando Comuni e Regioni, competenze che non sono sue; i diritti civili non avanzano attraverso una visione dell’Italia come una giungla confusa. Un domani cosa faranno i Consigli comunali, la dichiarazione di rappresentanza diplomatica e toglieranno gli ambasciatori?»

David Allegranti