Ore 11.00 – “Cari Adinolfi, Bersani, Franceschini, Marino”. Comincia cosi’, in rigoroso ordine alfabetico, la lettera aperta che Vannino Chiti, ha inviato ai candidati alla segreteria del Pd, dalle colonne de l’Unita’ di oggi.
Il Vice Presidente del Senato esprime il suo “disagio” rispetto a un dibattito precongressuale che appare come “una competizione tra persone che non evidenzia anche un confronto su grandi opzioni culturali, politiche, programmatiche”. Chiti ritiene “errato rassegnarsi ad una semplice conta sui candidati: non lo capirebbero gli iscritti al partito, ne’ i cittadini, alle prese con i problemi quotidiani della crisi, le difficolta’ economiche, il senso di caduta culturale e morale”.
Per uscire da questa impasse Chiti lancia una proposta ai candidati alla segreteria del Pd: “La mia convinzione e’ che occorra un’intesa per stabilire 4-5 grandi questioni, attorno alle quali fare discutere, valutare le vostre diverse proposte e su questa base scegliere con il voto il segretario”.
“Naturalmente, non sono io a dover selezionare questi temi – afferma Chiti, pur suggerendone alcuni – non ritenete pero’ – continua – che dovremmo farlo tutti insieme, per costruire in un confronto, anche difficile, una piu’ avanzata unita’ e, soprattutto, per far comprendere agli italiani che affrontiamo i loro problemi e facciamo le nostre scelte per rispondere alle sfide che l’Italia affronta?”.
“Personalmente non voglio altre magliette che quella del Pd – spiega Chiti – vorrei percio’ partecipare al congresso, votando il segretario, sulla base di proposte precise, che riguardano il futuro di tutti. Concentrare il confronto su alcune decisive tematiche e’ di aiuto a non ridurre il congresso ad un ‘votificio’ sulle persone”.
E conclude con un avvertimento: “Alcuni tra di noi ritengono che la competizione esclusivamente sulle persone sia un segno di modernita’. Non so se sia moderno. Quello che e’ certo e’ che produce divisioni difficili da superare. Non ne abbiamo bisogno. Non vincerebbe nessuno”.