E’ la prima volta che un Pontefice in un’enciclica si confronta con i temi della globalizzazione. Con l’Enciclica “Caritas in Veritate” Benedetto XVI ci consegna un importante messaggio sociale: il Papa invita tutti a riflettere sui limiti di un modello economico mondiale che, contrassegnato dall’assenza di valori, fondato in alcuni casi su speculazioni e sulla finanza fraudolenta, è la causa principale della crisi economica che stiamo attraversando.

Il Papa afferma in modo chiaro che la Chiesa non è contro il mercato e non è contro la globalizzazione, a patto che offrano reali possibilità di redistribuzione della ricchezza, e che consentano un’effettiva realizzazione, mediante il lavoro, della persona umana. La globalizzazione ha bisogno di regole, di etica, di principi morali.

Secondo Benedetto XVI l’attuale crisi economica ci obbliga a ripensare il nostro cammino. Può essere un’occasione per affermare e recuperare valori importanti: la giustizia, la solidarietà, la dignità della persona, del lavoro, la funzione sociale dell’impresa. Occorre insomma un rinnovamento culturale che ponga al centro la persona umana, che ridefinisca la gerarchia dei nostri valori. La dignità della persona è stata messa da parte dal trionfo di nuove divinità: il mercato e il denaro. Il mercato non può ridursi alla sola ricerca del profitto: meglio, non può pretendere di occupare l’intera società. Vi è bisogno anche dello Stato, di forme di governo mondiale (la riforma dell’Onu), della sussidiarietà. 
Dobbiamo saper raccogliere l’invito del Papa a ripensare il sistema mondiale, a cambiare la finanza, affermando regole rigorose e trasparenti; a dar vita ad un diverso sviluppo, che eviti sprechi di risorse e distruzione dell’ambiente.

Non vi deve essere rassegnazione nei confronti del liberismo selvaggio che ha guidato fino ad oggi la globalizzazione. Occorrono fiducia nel futuro e un impegno per una globalizzazione dei diritti, capace di sconfiggere le povertà e di favorire il pieno dispiegamento, nel nuovo millennio, della persona, delle potenzialità umane.
A questo scopo devono essere finalizzate le stesse conquiste tecnologiche.
Questo tempo di crisi chiede di essere affrontato con impegno, con responsabilità, con speranza, con valori forti e condivisi.
A me piace cogliere questo messaggio nell’Enciclica del Papa.
Infine una considerazione, dedicata a quanti sono abituati a leggere la Chiesa Cattolica con la sola ottica degli schieramenti politici: Benedetto XVI non doveva essere il Papa della conservazione se non della restaurazione?
Ci vuole più umiltà, più serietà, più capacità di approfondimento, meno schematismi pregiudiziali per sforzarsi di comprendere e dar vita ad un dialogo con il complesso mondo cattolico e più in generale con le religioni.