Il grave incidente che si è verificato a Viareggio ha sconvolto tutti noi. La tragedia ha colpito decine di cittadini, mentre passavano per le strade o erano tranquilli nelle loro case: un treno merci deragliato, l’esplosione di due vagoni che trasportavano Gpl, una tremenda bomba incendiaria in una stazione collocata – come in molte altre parti d’Italia – in mezzo alla città.
Voglio innanzi tutto rinnovare il mio cordoglio, la mia vicinanza alle famiglie delle vittime e esprimere un sincero ringraziamento ai volontari ed agli operatori della protezione civile, ai vigili del fuoco, agli agenti delle forze dell’ordine che si sono impegnati nel soccorso ai cittadini vittime dell’incidente.

Non è certamente questo il momento delle polemiche, ma è necessario pretendere un rigoroso accertamento delle cause e delle responsabilità. Dalle prime analisi risulta che l’asse del treno merci, il cui cedimento è all’origine dell’incidente alla stazione di Viareggio, era parzialmente corroso dalla ruggine e sicuramente indebolito. Non si tratta di errori o mancanze di singoli addetti al servizio. Si tratta di una carenza nei controlli. Chi ne aveva la responsabilità? Perché non sono stati fatti in modo rigoroso? Il treno trasportava un carico pericoloso non banane!
Nelle ultime settimane in Toscana, prima di questa strage, sono avvenuti altri due incidenti per la rottura dell’asse dei carri: a San Rossore (Pisa), e a Vaiano (Prato). Quest’ultimo causò per molte ore la divisione in due dell’Italia e la paralisi del trasporto.

La ferrovia rappresenta certamente il futuro del trasporto non solo dei passeggeri ma anche delle merci. E’ più sicuro e meno inquinante della mobilità su gomma e le autostrade hanno urgente bisogno di essere decongestionate. Questo però a patto che la sicurezza sia sempre la priorità.
Nessuna liberalizzazione è accettabile se non si accompagna a garanzie di sicurezza dei lavoratori e dei cittadini.
In Italia non possiamo dire di aver fatto tutto il possibile. Da troppi anni manca un piano generale dei trasporti. Le infrastrutture e i mezzi, nel complesso, non sono all’avanguardia.

Un sistema di regole che garantisca sicurezza ed efficienza deve poi prevedere una netta separazione di compiti tra chi ha la responsabilità dei controlli e chi esercita il servizio. Le funzioni sono e devono essere svolte in reciproca autonomia.
Ogni giorno quindici-trenta treni percorrono il territorio italiano trasportando un carico pericoloso, nel 40% dei casi Gpl.
Non possiamo permetterci il lusso della trascuratezza né quello di una gestione superficiale dei controlli.

L’incidente di Viareggio è anche una questione europea. Non tanto perché sono coinvolte, oltre alle ferrovie italiane, una società con sede a Vienna titolare dei vagoni e un colosso petrolifero mondiale, ma soprattutto perché la questione inerente alla sicurezza nei trasporti è materia dell’Unione Europea. Nel continente si opera sulla base di un codice elaborato in sede mondiale, sotto l’egida dell’Onu, e recepito dall’Unione Europea e successivamente dagli Stati membri.

Ora è indispensabile svolgere un esame rigoroso a livello di Commissione dell’Unione Europea perché non solo i controlli devono essere svolti ovunque in modo serio ed efficace, ma vanno sottoposte a verifica la loro efficacia e le norme che li orientano.
E’ stato annunciato per il prossimo settembre un convegno della Commissione Europea sulla sicurezza: una scelta giusta, da non vanificare.