Presidente Cardini, cari amici, signor Prefetto, porto a tutti il caro saluto del Senato della Repubblica e un ringraziamento per l’invito a partecipare a questa importante giornata. 
Prima di cominciare il mio intervento voglio ricordare innanzitutto la figura di Don Armando Corsi, che è stato vostro assistente spirituale nazionale, scomparso di recente, che ha dedicato tutta la sua vita ai poveri e agli emarginati. Voglio ringraziarvi per l’aiuto immediato e per l’iniziativa di raccolta fondi lanciata dalla Fratres per contribuire all’opera di ricostruzione dell’Abruzzo.                

Il dono volontario del sangue, non remunerato, anonimo, è un atto di grande generosità che viene compiuto per salvare vite umane.
E’ un gesto gratuito di grande valore, di solidarietà e apertura verso l’altro: chi dona il sangue offre spontaneamente agli altri una parte di sé, del proprio corpo. E’ un atto che contribuisce a costruire e a rafforzare nel nostro Paese la cultura della solidarietà.
Il libro “Diario”, che viene presentato oggi, pubblicato dalla vostra associazione, a cura della Consulta Nazionale Giovani, dimostra come in Italia vada diffondendosi la cultura del dono anche presso le giovani generazioni. A volte in modo occasionale, con il semplice passaparola, ragazze e ragazzi si avvicinano al mondo del volontariato, attraverso questo semplice gesto del donare. 
Si tratta di un fenomeno che meriterebbe una maggiore attenzione da parte dei mezzi di comunicazione, troppo spesso impegnati a rappresentare gli aspetti più superficiali o negativi della vita giovanile, trascurando altre realtà che propongono un’immagine diversa. Si possono dare come esempi di vita anche questi e non solo veline e cartomanti.

L’attività dell’associazione Fratres, da anni impegnata in progetti concreti sul territorio, lega l’attività di sensibilizzazione sul tema della donazione del sangue a quello più ampio dell’affermazione di una cultura della solidarietà. 
Il progetto “Oro Rosso”, che viene  anch’esso presentato oggi, va in questa direzione. (E’ un’esempio concreto delle iniziative sviluppate dalla vostra associazione). Un progetto, rivolto alle scuole, che esprime un concetto essenziale: quello di integrazione sociale.
Donare il sangue è un gesto di reale amore verso gli altri: ed è essenziale per l’attività sanitaria. La disponibilità di sangue è fondamentale e insostituibile per l’erogazione di molte cure, a fronte di un fabbisogno che negli ultimi anni in Italia è notevolmente cresciuto e continua a crescere, per l’aumento dell’età media della popolazione e per i progressi della medicina che rendono possibili interventi sempre più numerosi e delicati. 
Fondamentale è stato il contributo svolto dalle associazioni come la vostra per la sicurezza delle trasfusioni e per il raggiungimento dell’obiettivo dell’autosufficienza su cui è necessario lavorare ancora. A fronte di regioni (come la Toscana e l’Emila Romagna), che hanno un numero elevato di donatori, ce ne sono altre (come ad esempio il Lazio, la Sicilia, la Calabria e la Sardegna) dove si stenta a raggiungere l’autosufficienza. In generale sono ancora troppo elevate le differenze tra nord e sud del Paese.
Gli sforzi compiuti negli ultimi anni da associazioni e realtà istituzionali hanno portato risultati significativi.
La Giornata Nazionale del Donatore del Sangue, celebrata il 14 giugno, in coincidenza con la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è l’occasione per porre l’attenzione su questa tematica. Il Centro Nazionale Sangue, istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità nell’aprile del 2007, sta funzionando, svolge funzioni di coordinamento e promozione delle attività trasfusionali, tutela, ed è importante,  la rappresentanza delle Associazioni e delle Federazioni dei donatori. Un risultato ottenuto grazie anche all’iniziativa delle associazioni.
Passi avanti sono stati compiuti nel lavoro congiunto di Istituzioni, Associazioni e Società scientifiche.
Sono tutti risultati importanti che, ripeto, devono essere valorizzati e consolidati. Occorre proseguire in questa direzione aumentando i nostri sforzi in quei settori che sono ancora carenti. La necessità di rafforzare la comunicazione sulla rete, che permette la diffusione delle notizie su Internet, deve essere un obiettivo perseguito anche dalle istituzioni.
Il volontariato è una grande risorsa del nostro Paese, una risorsa che necessita però di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Deve essere sostenuto non solo per la sua tradizione di presenza nella società, ma per i valori che lo animano e che diffonde, per le azioni di solidarietà che conduce. Questa attenzione deve essere espressa attraverso misure, provvedimenti concreti, quotidiani.
In questa direzione va il disegno di legge sul 5 per mille che abbiamo presentato al Senato e alla Camera. Un disegno di legge bipartisan, per rendere permanente la possibilità da parte dei cittadini di assegnare una parte dell’imposta sul reddito alle organizzazioni no profit.
Una proposta che va incontro ad un’esigenza di libertà e responsabilità dei cittadini, dal momento che su 26 milioni di contribuenti, 16 milioni hanno utilizzato questo strumento.
Il volontariato è fatto di cittadini responsabili, sono loro i protagonisti che credono nella possibilità di rendere il mondo migliore.
In Italia il volontariato si è sviluppato negli anni grazie alla sua spinta interna, alla volontà e alla tenacia delle persone che operano sul territorio a contatto con il disagio sociale, con l’emarginazione, nelle situazioni di emergenza. Le più importanti associazioni sono state create da persone che hanno lavorato, superando le difficoltà, le diffidenze, la disattenzione, i pregiudizi.
La Toscana, dove la Fratres ha mosso i primi passi, è una regione che ha prestato sempre grande attenzione al mondo del volontariato, come dimostra il numero di associazioni presenti nel territorio. Il sistema (toscano) del volontariato si presenta oggi solido e strutturato, grazie all’impegno durato anni, al lavoro comune tra pubblico e privato. 
Le organizzazioni di volontariato qui, come in tutta Italia, hanno sempre sentito l’esigenza di confrontarsi con le istituzioni, di collaborare. E’ questa la strada da seguire. 
Il tema del volontariato si lega a quello delle autonomie locali  e della sussidiarietà. Uno Stato, capace di valorizzare le autonomie locali, produce una relazione più stretta tra le istituzioni e le organizzazioni sociali presenti sul territorio. Il rinnovamento del welfare deve avvenire sulla base di due criteri di riferimento: la realizzazione per tutti di una uguaglianza di opportunità di vita, senza la quale non avrebbe senso parlare di merito; una nuova e non episodica collaborazione tra pubblico e privato, in particolare il terzo settore. Naturalmente le organizzazioni del volontariato non devono sostituirsi allo Stato, ma possono svolgere un ruolo di primo piano nella affermazione concreta dei diritti di cittadinanza, nella realizzazione di una uguaglianza di opportunità. Le istituzioni hanno da parte loro il dovere di programmare ed esercitare un controllo, non quello di una presenza esclusiva e totalizzante nella gestione.
Se le Autonomie locali sono limitate nella loro autonomia e responsabilità, il volontariato non può esprimersi pienamente.
Se permane – come oggi è – centralismo e discrezionalità nella ripartizione delle risorse, un nuovo stato sociale non può realizzarsi.
La sussidiarietà, insieme alla (autonomia e responsabilità di Regioni, Comuni e Province), rappresenta l’asse per una riforma delle istituzioni della democrazia, in Europa e negli Stati nazionali.
Oggi siamo coinvolti in una doppia dimensione. Quella globale, di una competitività economica, culturale, della comunicazione che chiede risposte su scala sovranazionale e ci parla soprattutto dell’Unione Europea e del suo ruolo nel mondo. E quella locale, il bisogno di un radicamento, di un agire nelle città nelle quali abitiamo, nelle regioni in cui viviamo. Occorre tenere insieme queste due esigenze, rafforzare la democrazia nelle nostre comunità locali, negli Stati, in Europa. La sussidiarietà e la solidarietà sono valori indispensabili per affrontare le grandi sfide aperte di fronte a noi. La crisi sta colpendo il mondo e duramente anche l’Italia basta guardarsi intorno, osservare la miriade di aziende, di anziani, precari e persone portatrici di handicap. Questa crisi ci chiede di saper cambiare. Cambiare la finanza, affermando regole trasparenti di rigore; cambiare lo sviluppo ponendo a suo centro la persona, la sua dignità, evitando sprechi di risorse e distruzione dell’ambiente; cambiare i nostri valori di riferimento, le priorità nei consumi.
I valori della democrazia, della non violenza, della solidarietà e della giustizia servono per tenere viva la speranza e l’impegno per un mondo migliore.
E’ così che dobbiamo saper affrontare anche questo tempo di crisi: con impegno, con responsabilità, con fiducia, con valori forti e condivisi.