Ore 15.40 – “Sara’ perche’ mi piace poco il poker, ma non ritengo giusto in ogni caso assegnare come posta in gioco la nostra democrazia. Non capisco come si possa davvero pensare che una vittoria del si’ al referendum apra la strada ad una modifica dell’attuale legge elettorale. E’ del tutto evidente che ci terremmo il nuovo porcellum una volta che sia stato approvato dai cittadini italiani!”
Cosi’ Vannino Chiti, Vice Presidente del Senato, intervenendo nel dibattito sul referendum elettorale.
“Forse nessun Parlamento – prosegue Chiti – avrebbe la forza di rimetterci le mani: certamente non questo, anche perche’ a Berlusconi la legge che attribuisce il premio di maggioranza alla sola lista che arriva prima alle elezioni, quale che sia il consenso di voti ottenuto, calza a pennello. Non so neppure come si possa dire che votare si’ esprime dissenso nei confronti dell’attuale legge. Il quesito referendario non propone – come avrebbe potuto – l’abolizione del premio di maggioranza. Al contrario, lo rafforza concentrandolo non piu’ su una coalizione ma addirittura sulla singola lista. Al tempo stesso la soglia di sbarramento che si determinerebbe al Senato per l’accesso ai seggi sarebbe dell’8% su base regionale. Cio’ significa che in alcune regioni sarebbe ben piu’ alta. Mi chiedo se ci sia qualcuno che possa ritenere sana e forte una democrazia che escluda la presenza in Parlamento di forze politiche che hanno consensi addirittura dell’8%”.