Lo Statuto dell’opposizione in Costituzione. Un’intensa attività di delegificazione, anche col ricorso a testi unici per disboscare e semplificare la giungla legislativa. L’annuncio che una volta al mese anche il premier, Romano Prodi, parteciperà ai question time alla Camera. “A un Governo forte deve corrispondere un Parlamento forte”; parola di Vannino Chiti, ministro per le riforme e per i rapporti col Parlamento. Che annuncia la prima strategia parlamentare della maggioranza mentre le Camere stanno per cominciare a pieno ritmo l’attività legislativa.

Ministro Chiti, ‘fatte” le commissioni il Parlamento può cominciare a lavorare. I programmi sono impegnativi, e ancora di più lo sono davanti alle difficoltà numeriche della maggioranza al Senato. Quale strategia seguirà il Governo?
“A differenza di quello che aveva fatto la maggioranza nel 2001, noi abbiamo offerto al centro-destra un terreno di confronto per le commissioni. L’opposizione ha detto di no a questa proposta. e anzi ha tentato un’incursione che la dice lunga al Senato in commissione Difesa. Si predica bene e si razzola male: si fanno giuste campagne morali perché i parlamentari siano fedeli e coerenti col voto degli elettori, poi si fanno intese nascoste e patteggiamenti poco nobili. Diciamo che la notte l’opposizione afferma i principi, poi di giorno li calpesta.”

Resta il fatto che al Senato, con quei numeri, sarà dura. L’opposizione dice che non farà sconti.
“Al Senato l’opposizione ha eletto un solo presidente su 14 commissioni. Non mi sembra che si ponga un problema di tenuta del centrosinistra. In commissione Difesa il centro-destra ha operato con accordi e traffici sotterranei.”

Certo che senza i voti dei senatori a vita sarà duro tenere, sia in aula che in commissione…
“Guardi, questa campagna contro i senatori a vita è una gazzarra indegna che offende ex presidenti della Repubblica, alte personalità della politica, della società, del mondo scientifico. I senatori a vita sono senatori a tutti gli effetti. Certo, i numeri sono importanti. Ma ricorderei che in altri Paesi i Governi si reggono e si sono retti anche con numeri minori. La domanda da porsi è un’altra.“

Quale?
“Dobbiamo domandarci se vogliamo che l’Italia sia un normale paese europeo in cui la democrazia funziona e gli schieramenti opposti si riconoscono e hanno a monte alcuni valori comuni. O se vogliamo contribuire all’ arretramento del Paese. Noi abbiamo intenzione di rispettare e valorizzare il Parlamento e abbiamo cominciato con i fatti. Pensiamo che a un Governo forte debba corrispondere un Parlamento forte. E abbiamo la ferma intenzione di realizzare il nostro programma.”

Valorizzare il Parlamento, come?
“Le faccio l’esempio del question time. Nei cinque anni precedenti il vicepresidente del Consiglio ha partecipato solo quattro volte. Il presidente del Consiglio mai. Il nostro vicepresidente, Francesco Rutelli, è già stato presente e altrettanto farà Massimo D’Alema. Costantemente. Anzi, le posso annunciare che normalmente il presidente del Consiglio sarà presente almeno una volta al mese al question time. Quando eravamo all’opposizione dovevamo scongiurare il Governo perché venisse in Parlamento per informarlo sulle grandi vicende che si verificavano. Noi abbiamo cominciato a farlo autonomamente sugli ultimi fatti dell’Iraq. E 1o faremo sempre. Per rispetto del Parlamento e perché è nostro dovere, non una concessione.”

E’ in agenda Io statuto dell’opposizione?
“Dopo il referendum, spazzato via il pasticcio pericolosissimo della riforma del centro-destra, vogliamo aprire un momento di grande confronto nel Paese e con l’opposizione per costruire insieme alcuni punti di innovazione della Costituzione. Pensiamo che lo status dell’opposizione debba avere dignità propria nella Costituzione.”

Ci saranno novità nell’attività legislativa?
“Al seminario di Perugia abbiamo convenuto che il Governo farà bene non se dopo 5 anni avrà aumentato di cento o di mille le innumerevoli leggi italiane. Farà bene se costruirà un modo di governare e riforme che delegificano. Intendiamo utilizzare gli strumenti normativi a disposizione e vogliamo delegificare. E là dove le leggi sono necessarie, pensiamo a testi unici che tengano conto delle responsabilità di Regioni ed enti locali e che facciano piazza pulita di leggi preesistenti. L’Italia non ha bisogno di una giungla di leggi. Ma attenzione: delegificare non significa mortificare il Parlamento. 1l nostro impegno è che una o due volle l’anno tutti i ministri informino e si confrontino con Parlamento e commissioni. Delegificazione e testi unici rappresentano un impegno a rendere più forte e impegnativo il rapporto del Governo col Parlamento.”

Il primo calendario del Governo per il Parlamento è già agli atti delle Camere. Come si comincerà?
“I prossimi voti riguarderanno due decreti legge che sono al Senato. in uno dei quali elimineremo con un emendamento che andrà domani (oggi per chi legge, ndr) in Consiglio dei ministri la possibilità che un ex deputato o un ex consigliere regionale, pur non avendo titoli, possano diventare direttori generali delle aziende sanitarie. Una norma di pulizia e di trasparenza che avevamo promesso e che onoreremo.

Roberto Turno