“Le Province italiane dopo la modifica del Titolo V della Costituzione. Compiti, ruoli, funzioni nello sviluppo economico e territoriale e nella competizione internazionale”

La riforma del Titolo V della Costituzione
Questo Paese ha urgente bisogno di riforme per riprendere a camminare, per tenere il passo con gli altri paesi europei, per fronteggiare le sfide di un mondo che cambia sempre più rapidamente; un mondo nel quale i processi di natura globale, vanno di pari passo e costituiscono l’altro aspetto di una dimensione e di un radicamento locale della cittadinanza. 

La riforma del Titolo V della Costituzione è una riforma che necessita di correzioni e aggiustamenti, ma ha rappresentato un punto fondamentale nel processo di trasformazione dello Stato. I suoi effetti riguardano settori fondamentali dell’ordinamento che erano regolati in maniera uniforme sul territorio nazionale e che sono stati disciplinati in maniera diversa valorizzando le autonomie territoriali.
E’ una riforma che va nella direzione della richiesta dei cittadini di una maggiore prossimità con le istituzioni che li governano; che risponde all’esigenza dei cittadini di una maggiore partecipazione e protagonismo nelle decisioni che li riguardano; che consente di mettere in pratica il principio costituzionale della sussidiarietà, fondamentale per garantire un corretto rapporto tra le istituzioni e i cittadini, adattando i servizi alle esigenze reali dei territori. Realizzando pienamente quel welfare locale che in queste terre è ormai una pratica sperimentata da tanti anni di lavoro. 

Per questo è una riforma importante che necessita di essere maggiormente attuata e ampliata nel rispetto dei dettami e dello spirito della nostra Costituzione.
La riforma del Titolo V della Costituzione è una riforma costituzionale che le autonomie locali avevano indicato e richiesto da molti anni.
Dopo sette anni dalla sua entrata in vigore è necessario capire che cosa funziona e che cosa è necessario cambiare.
Da qui, da una messa a punto e da un arricchimento della riforma del Titolo V, si può ripartire, dialogando con tutti e ascoltando il contributo e le idee di ciascuno.
Da qui. Dalle questioni che interessano il Paese. Le questioni che sono state più volte indicate da tutte le autorità locali e dalle loro rappresentanze, dall’Unione delle Regioni, delle Province e dalle Comunità montane.
Si tratta di temi sui quali il confronto tra le autonomie locali e le istituzioni della Repubblica deve essere continuo e costante.

Le questioni indicate dalle Autonomie
Mi riferisco alle funzioni delle autonomie, alla sussidiarietà, alla revisione delle sedi di raccordo tra le istituzioni.
La riduzione dei costi della politica e la semplificazione degli organi amministrativi. Il federalismo fiscale.
Prima di tutto occorre individuare esattamente le responsabilità di ognuno, le funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane, per distinguere, come ci è stato più volte richiesto, il ruolo di ogni livello di Governo.
E’ necessario riordinare le istituzioni in base a criteri che garantiscano la sussidiarietà. E’ necessario ricondurre gran parte delle funzioni amministrative ai Comuni e alle Province. 
Occorre evitare sovrapposizioni di ruoli ed eliminare enti e strutture inutili.
Dobbiamo dare piena attuazione al principio di sussidiarietà, avvicinando il più possibile ai cittadini tutto il complesso delle funzioni amministrative, che devono essere più snelle ed efficienti.
La gestione dei servizi fondamentali deve essere attuata da comunità intermedie, da associazioni, da organizzazioni della società civile, dalle stesse famiglie, da privati che collaborano con le istituzioni, le quali debbono sentire la sussidiarietà come una ricchezza e come un valore.
Si tratta di un cambiamento prima di tutto culturale nel quale le istituzioni locali possono svolgere un ruolo fondamentale, se sappiamo valorizzarle. Le Autonomie sono garanzia di un corretto rapporto tra istituzioni e società civile.
Anche le Province, che hanno la funzione di pianificare e programmare sul territorio, possono svolgere un ruolo fondamentale.

Ruolo delle Province
Non serve istituire nuove Province, piuttosto occorre ridefinire il ruolo di quelle già esistenti. 
Di pari passo, deve proseguire la costruzione delle città metropolitane, da considerare come veri e propri enti territoriali, istituzioni flessibili, con un carattere alternativo rispetto alla Province. Le città metropolitane permettono la riorganizzazione del territorio in una rete articolata di municipi.

I settori di competenza delle Province devono interessare il governo di area vasta.
Ci sono attività che i Comuni non possono svolgere in modo adeguato. Compiti come la difesa del suolo o la gestione delle risorse idriche devono essere di preferenza assegnati alle Province.
Come è stato recentemente ricordato dall’Unione delle Province, su tutte le questioni cruciali del nostro Paese, le Province possono svolgere un ruolo attivo e di primaria importanza.

– Per una riorganizzazione della pubblica amministrazione sulla base delle nuove tecnologie, necessaria per rilanciare il nostro Paese, le Province hanno le capacità organizzative e tecniche per accompagnare la diffusione delle innovazioni, con interventi di sostegno ai Comuni.
– Sul tema della Sicurezza, all’azione delle forze dell’ordine, devono accompagnarsi iniziative e progetti contro il degrado urbano, rispetto ai quali le Province possono svolgere un importante ruolo come partner nei “Patti per la Sicurezza”.
– Per lo sviluppo del Paese occorre il rilancio delle politiche di formazione e di istruzione. Le Province sono in grado di elaborare innovativi piani di offerta formativa che colgano lo stretto legame fra istruzione, formazione professionale e lavoro.
– Sulle tematiche ambientali, le Province possono giocare un ruolo di primo piano per dotare gli impianti pubblici di impianti di produzione di energia solare e per incentivare la diffusione del risparmio energetico. Possono giocare un ruolo di primo piano nelle politiche della mobilità sostenibile e della viabilità e ancora nelle politiche per la difesa del suolo e contro il dissesto idrogeologico.

Occorrono le riforme per valorizzare le Autonomie
Ma per valorizzare il ruolo delle autonomie locali, di Regioni, Province, Comuni, Comunità montane, occorre mettere mano a una serie di riforme.

Riforma dei raccordi istituzionali. La nuova Governance
Le istituzioni locali sono soggetti con cui Governo e Parlamento devono confrontarsi continuamente sulle decisioni che riguardano il Paese. Il confronto tra i diversi livelli di governo è necessario in una democrazia che funziona. Occorre semplificare le attuali sedi di raccordo istituzionale e aumentare la presenza dei rappresentanti delle autonomie locali.

Testo unico sugli enti locali
Occorre accogliere l’invito delle autonomie e rivedere il testo unico sugli enti locali per adeguarlo ai principi di autonomia previsti nella Costituzione.

Federalismo fiscale
Dobbiamo dare attuazione all’articolo 119 della Costituzione il cosiddetto federalismo fiscale.
Per garantire alle Province, ai Comuni, e alle Regioni la certezza delle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle funzioni istituzionali, valorizzando  l’autonomia e la responsabilità di tutte le istituzioni costitutive della Repubblica.
Un federalismo da attuare perseguendo il duplice obiettivo di ridurre la spesa pubblica, alleggerendo il carico fiscale nei confronti dei cittadini e delle imprese.
Dobbiamo però nel contempo assicurare solidarietà, evitando di spaccare il Paese con soluzioni che non tengano in considerazione le forti differenze economiche di cui soffre il nostro territorio.
Perchè il federalismo, se vuole essere davvero solidale, non può prescindere dal debito pubblico, da una gradualità di attuazione e da un equilibrio che non può far restare sul territorio il 90% delle risorse, dal momento che in nessun paese federale e neppure nella confederazione elvetica ne restano più del 40-45%.

L’urgenza delle riforme Costituzionali
E’ urgente procedere lungo il cammino delle Riforme. Abbiamo un compito alto da affrontare: rinnovare le istituzioni, adeguandole alle trasformazioni  del nostro Paese e della comunità internazionale.
Dobbiamo affrontare quei cambiamenti della Costituzione italiana, quei ritocchi, di cui l’Italia ha bisogno.
Il Paese ha bisogno di una democrazia rinnovata con un minor numero di parlamentari, una sola camera legislativa e l’altra rappresentativa di regioni e autonomie locali, maggiori poteri del premier e regolamenti parlamentari piu’ funzionali.
E’ urgente una riforma che consenta il voto alle elezioni amministrative per i cittadini comunitari ed extra comunitari che legalmente abbiano stabilito la residenza tra noi: una democrazia che non integra è più povera. E questo le Autonomie lo sanno bene, perché per prime hanno promosso progetti e politiche volte all’integrazione degli immigrati nel nostro Paese. E da anni sperimentano la convivenza con i cittadini stranieri.

Il Senato Federale
La Riforma del Senato, la proposta del Senato federale, dovrà rappresentare in modo paritario tutti i soggetti costitutivi dell’ordinamento repubblicano in modo da garantire una forte valenza politico-istituzionale e dovrà intervenire sulle leggi che hanno un impatto diretto sugli interessi regionali e locali.
Credo debba essere il Senato stesso a farsi protagonista in prima persona di una proposta di autoriforma, mostrando con i fatti di non essere una casta ma un luogo istituzionale dove risiedono i rappresentanti dei cittadini capaci di pensare all’Italia.

Riforme condivisive
E’ urgente proseguire nel camminno delle riforme. Per fortuna non dobbiamo ripartire da zero. Dobbiamo ripartire dal piano approvato, senza voti contrari dal centrodestra, dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, nella scorsa legislatura.
Le riforme, soprattutto quelle costituzionali, devono essere realizzate con la più ampia intesa possibile. Le riforme anzi costituiscono il terreno sul quale si può e si deve sperimentare il dialogo. Perchè sono destinate a durare nel tempo e non lo spazio di una sola legislatura.
Perchè riguardano la nostra Costituzione. Riguardano la nostra Carta, il  patto di diritti e doveri che tiene insieme la nostra Repubblica. Noi dobbiamo rafforzare la nostra democrazia, renderla più efficiente e funzionale, senza mettere in discussione i principi basilari su cui si fonda. Un ruolo fondamentale dovrà essere svolto dal Parlamento.
Per questo le riforme devono essere fatte da tutti e non dalla sola maggioranza del momento.
Le riforme per mandare avanti il nostro Paese e riprendere a camminare. Uniti intorno ai nostri valori perché solo così un popolo va avanti.
Su questi temi continuerò ancora ad impegnarmi, come ho fatto nella scorsa legislatura dalla mia posizione di ministro delle Riforme, continuerò ad impegnarmi mettendo tutta la mia esperienza maturata nel governo locale, per avvicinare i cittadini alle istituzioni che li governano e ampliare le forme di rappresentanza.