Allegato cittadino di San Severo

Luigi Allegato era uno di quegli uomini che hanno fatto la storia del nostro Paese, uno dei costruttori della nostra democrazia. Un uomo che ha dedicato la vita alla difesa dei valori di giustizia e di libertà che sono alla base della nostra Repubblica. Lo fece con la lotta antifascista, prendendo parte all’Assemblea costituente, con il suo impegno di parlamentare, di amministratore locale, con il lavoro politico tenace e costante a San Severo e in tutta la Puglia, a stretto contatto con i problemi del territorio.
La sua coscienza politica era profondamente legata alla storia di queste terre, di San Severo e della Puglia. La esperienza di Allegato si intreccia con quella di persone come Giuseppe di Vittorio con il quale Allegato aveva in comune il senso di giustizia.
La storia di Allegato, come quella di Di Vittorio, è parte della storia di quella dei braccianti pugliesi che hanno contribuito con le loro lotte a costruire l’Italia. Allegato era stato lui stesso bracciante, aveva cominciato a lavorare fin da molto giovane. Conosceva bene la dura vita dei braccianti e delle loro famiglie. In un articolo dedicato alla figura di Di Vittorio, Allegato, descrisse in questo modo il lavoro dei braccianti: …il bracciante non aveva alcuna sicurezza dell’immediato domani a sera si presentava nella piazza del paese per attendere che un padrone, o l’incaricato del padrone, giungesse per assumerlo, quando si aveva la fortuna di venire assunti il lavoro non durava più di qualche giorno e spesso un giorno solo. Alla “piazza” la contrattazione del salario era “libera”: il padrone proponeva un prezzo per la giornata lavorativa ed il bracciante rispondeva con un altro prezzo…”.
Questa cruda descrizione ci riporta indietro nel tempo, ci riporta la memoria a quello che era l’Italia. Alle condizioni di lavoro disumane subite dai braccianti, dai lavoratori italiani, privi di diritti, allo sfruttamento dei minori, a vere e proprie forme di schiavitù. 
“I ragazzi venivano sfruttati e maltrattati anche più degli uomini e, non di rado, bastonati da padroni disumani, per costringerli a lavorare di più,  – racconta Allegato – eseguivano lavori estenuanti per mangiare a sera una scodella “d’acquasale” e dormire per terra, vestiti, su un sacco pieno di paglia a poca distanza dalle code dei cavalli.
“Si potrà dimenticare di aver esercitato una qualsiasi attività nella propria vita, ma non si potrebbe dimenticare mai di aver vissuto da bracciante pugliese ai primi del secolo”.
Allegato come Di Vittorio ebbe la vita segnata da quelle esperienze.
Anche lui, come Di Vittorio, non era di quelli che “soffrono e tacciono”. Capì fin da giovanissimo che i lavoratori potevano liberarsi da quello stato di abbrutimento in cui erano costretti. Dunque il suo impegno politico non era qualcosa di astratto, partì da una motivazione forte; il contatto con le sofferenze della gente lo resero una persona particolarmente umana. La dedizione al proprio Paese, prese le mosse dallo sfruttamento, dalla voglia di riscatto. Non poteva essere altrimenti.

Allegato porta nella Costituente i valori di giustizia sociale dei contadini del Mezzogiorno

Dopo la guerra, Allegato partecipò alla ricostruzione morale e civile dell’Italia devastata dalla dittatura fascista, dall’occupazione nazifascista, dalla guerra, partecipò alla costruzione delle istituzioni repubblicane.
Per la prima volta tutti gli italiani – non solo gli uomini ma anche le donne – scelgono con il voto la Repubblica ed eleggono l’Assemblea Costituente. Si realizza così il sogno di Luigi che, a soli 15 anni, fu per la prima volta arrestato dalla polizia durante uno sciopero in favore del suffragio universale.
Allegato venne eletto deputato all’Assemblea Costituente, dove portò i valori e il significato delle lotte per i diritti dei lavoratori pugliesi e di tutto il Mezzogiorno. Portò i valori del suo partito, il partito Comunista, di cui fu uno dei fondatori e delle masse lavoratrici che ne facevano parte.
Dobbiamo sentire una profonda gratitudine per uomini come Allegato, per tutti i nostri padri Costituenti.
Dai valori di uomini come lui, dalla spinta ideale di partiti di massa che avevano assunto l’effettiva rappresentanza del Paese, nasce la nostra Costituzione.
Quegli uomini, in anni di duri scontri politici, di forti contrapposizioni per le concezioni che si avevano del mondo e della società, seppero trovare un’intesa guardando all’Italia, al suo interesse generale, al suo futuro.
Vittorio Foa in una delle sue ultime interviste ricordò il clima che regnava nella Costituente: “C’erano dei conflitti forti, con accenti duri, spesso personali. Ma la cosa che mi colpì subito è che mentre al mattino si discuteva della politica di governo, con toni aspri tra destra e sinistra, nel pomeriggio si lavorava, serenamente, per le regole. Questo clima, questa ricerca continua di una coesistenza tra le diverse forze presenti nell’Assemblea, mi pare si sia largamente perduto. E ciò è molto triste”.

Allegato porta nella Costituente i valori dell’antifascismo del Mezzogiorno

Allegato fu antifascista convinto, duramente perseguitato dal regime fascista che opprimeva brutalmente gli avversari, che  usava come mezzo per annientare l’opposizione: la paura, la repressione, la violenza. Costretto al confino, visse per anni lontano dalla famiglia. Perse i figli, colpiti da una grave malattia, seppe che erano morti soltanto al ritorno di uno dei tanti soggiorni di prigionia. 
Nell’Assemblea Costituente Allegato portò i valori dell’antifascismo maturati tra i contadini del Mezzogiorno e quelli della Resistenza che si è sviluppata anche in questa parte d’Italia.  La Costituzione segna una discontinuità netta, radicale con il fascismo, è contro ogni totalitarismo, mette al centro la persona e la sua dignità, assume come suoi valori guida la democrazia, la giustizia, la Pace.
La Costituzione contiene obiettivi permanenti, – diritto all’istruzione, alla cultura, alla salute, al lavoro (un lavoro nel quale non si muoia come troppo spesso avviene da noi), alla giustizia sociale, alla partecipazione di tutti alla vita democratica. La nostra Carta lega indissolubilmente diritti e doveri: afferma il dovere della solidarietà, di impegno nello studio e nel lavoro; della partecipazione alla vita delle istituzioni; la responsabilità sociale delle imprese. Stupendo è l’articolo 3: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
La Costituzione mette al bando la guerra e impegna l’Italia “a consentire, in condizione di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni”. E’ su questo articolo 11 che si fonda la nostra scelta di costruire l’Unione Europea e la nostra collaborazione, sotto l’egida dell’Onu, alla lotta contro il terrorismo e per affermare ovunque i diritti umani.
Il nostro compito oggi è quello di far vivere la nostra Costituzione, giorno dopo giorno; generazione dopo generazione. Farla conoscere, farla vivere con l’impegno di ogni cittadino.
Con la Costituzione l’Italia ha progredito

La Costituzione italiana pone principi guida, obiettivi fondamentali che non saranno mai definitivamente acquisiti. Con essa l’Italia ha progredito come mai nella sua storia.
L’Italia non è più quella dei braccianti di inizio secolo. Già nel dopoguerra, grazie a uomini come Allegato i braccianti sono passati da una condizione di quasi schiavitù, al riconoscimento del loro ruolo al tavolo delle trattative con il padronato.
Permangono forme di sfruttamento e di discriminazioni preoccupanti e nuove ne sono sorte.
Nel nostro Paese esistono ancora forti diseguaglianze sociali e territoriali. Nel mondo si approfondiscono le diseguaglianze tra i paesi avanzati e quelli poveri.
L’ultimo rapporto della Caritas ha parlato per l’Italia di 15 milioni di persone a rischio di povertà e di questi la metà è già ampiamente sotto la soglia; è ancora forte il fenomeno dell’analfabetismo; esiste ancora ed è molto diffuso il lavoro minorile.
Le nuove forme di lavoro precarie non permettono ai lavoratori di progettare il proprio futuro. I giovani sono costretti a rimandare scelte di vita fondamentali, come la formazione di una famiglia, la nascita di un figlio. Capita anche che ci siano lavoratori costretti a vendere la propria forza lavoro alla giornata, nei campi, come accade agli immigrati, nei lavori stagionali. 
L’impegno quotidiano di tutti noi che siamo nelle istituzioni, di tutti quelli che credono nella politica, di tutti i cittadini, deve essere teso al rispetto dei diritti fondamentali alla base della nostra Costituzione; al rispetto dell’altro, del diverso; dei lavoratori stranieri immigrati che vengono da fuori. 
Come diceva Allegato a proposito dei braccianti forestieri che giungevano in Puglia: “erano poveri lavoratori, quali si avventuravano in altri paesi per procacciare un tozzo di pane per le proprie famiglie”.
Anche noi oggi dobbiamo pensare che i lavoratori che vengono da fuori sono lavoratori come noi che vengono per guadagnarsi la vita.
Ogni cittadino, che viva legalmente in Italia, ci sia o meno nato, deve avere gli stessi diritti e gli stessi doveri.
Dobbiamo impegnarci per allargare la platea dei diritti e delle responsabilità, per consentire che alle elezioni amministrative votino anche gli immigrati.
Di fronte all’esplosione in ogni paese e anche da noi di tante diversità c’è ancor più bisogno di questa nostra Costituzione. I valori non sbocciano spontaneamente, con il sole o la pioggia: si condividono, si mettono in pratica, si trasmettono.
I nostri valori sono quelli che ci hanno trasmesso uomini come Luigi Allegato, sono i valori della Costituzione.

Piero Calamandrei diceva: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, lo lascio cadere e non si muove. Perchè si muova bisogna ogni giorno rimettereci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno…, la propria responsabilità…Per questo una delle offese più grandi che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza politica”.