“La scelta del governo di procedere con leggi ad personam non ha aiutato a creare un clima necessario per affrontare le riforme istituzionali. L’opposizione non deve fare sconti all’esecutivo sul programma di governo. Noi siamo un’opposizione alternativa a questo governo e dobbiamo valutare il merito, incalzarlo, proporre le nostre alternative. Invece il tema della legge elettorale e delle riforme istituzionali è qualcosa che riguarda le regole comuni della democrazia. Che, in particolare in Italia, non possono essere fatte senza un’intesa grande che coinvolga le principali forze politiche, meglio ancora se tutti i partiti vengono coinvolti”.
Intervistato da Affaritaliani.it, l’ex ministro delle Riforme del governo Prodi, Vannino Chiti, esponente di spicco del Partito Democratico, rilancia con forza il confronto con la maggioranza su legge elettorale, federalismo fiscale e riforme istituzionali.
“Sul tema delle riforme istituzionali e della legge elettorale le opposizioni devono costruire una loro proposta e su questa presentarsi e misurarsi con la maggioranza e con il governo. Nello specifico, sulle riforme istituzionali, credo che si debba ripartire dal punto di convergenza che era stato costruito nella precedente legislatura”.

Ovvero?
“Superamento del bicameralismo paritario, quindi compiti diversi per Camera e Senato; riduzione del numero dei parlamentari, rafforzamento del ruolo del presidente del Consiglio alla guida però di governi che devono essere parlamentari”. Per quanto riguarda la legge elettorale per le Europee – spiega Chiti – “credo che debba prevedere uno sbarramento del 3 per cento. E penso anche che ci possa arrivare o fissandolo sul piano nazionale o anche attraverso un aumento del numero delle circoscrizioni elettorali, che quindi dovranno essere più piccole. Sulla legge elettorale per la Camera, invece, ritengo che si debba ripartire dall’intesa che era stata realizzata poco prima della crisi del governo Prodi tra il Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, Udc e Forza Italia. Intesa che prevedeva l’abolizione del premio di maggioranza, lo sbarramento del 5 per cento e collegi più piccoli, in modo che ci sia un minor numero di candidati”.
“In ogni caso – aggiunge il Vicepresidente del Senato – è fondamentale restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Per quanto riguarda il Senato, se non darà più la fiducia al governo e continuerà ad essere eletto a suffragio universale dai cittadini, penso che potrebbe essere eletto su base proporzionale e regionale ma in concomitanza con le elezioni regionali. E credo che dovrebbe essere consentito di votare alla stessa classe d’età della Camera, quindi a partire da 18 anni”. Per quanto riguarda poi “il federalismo fiscale e il codice delle autonomie, abbiamo come punto di riferimento la proposta che il governo Prodi aveva presentato al Parlamento. Vedremo nel merito che cosa presenterà l’attuale esecutivo e ci confronteremo appunto nel merito”.
Chiti puntualizza bene che “una cosa sono le politiche del governo, sulle quali dobbiamo essere alternativi e cercare anche di unire le opposizioni, in particolare vedo la necessità di un confronto molto forte e serio con l’Udc, mentre per quanto riguarda le riforme istituzionali e le leggi elettorali dobbiamo essere capaci di sfidare l’esecutivo con una nostra piattaforma che, per larga parte, deve partire dalle convergenze che si erano trovate nella precedente legislatura. L’Italia ha urgente bisogno di queste riforme, affinché il sistema politico e le istituzioni siano in grado di decidere e non ci sia un differenziale negativo rispetto a paesi a noi vicini”.

Quindi è possibile che maggioranza e opposizione votino insieme sulle regole comuni?
“Non si devono concepire le riforme istituzionali come una sorta di foglia di carciofo che il governo e la maggioranza, a loro piacimento, sfogliano. Bisogna avere uno sguardo di insieme: legge elettorale per le Europee e per le Politiche, riforme istituzionali, codice delle autonomie e federalismo fiscale. Su questi temi, se nel merito c’è un’intesa alla luce del sole, è importante procedere. Insisto che le opposizioni devono avanzare una loro proposta e non semplicemente aspettare quella del governo. Deve essere chiaro che questo avviene su un terreno su cui è indispensabile che sia un’ampia intesa, mentre per quanto riguarda l’insieme del programma di governo siamo un’opposizione alternativa che deve essere forte e chiara, perché, a nostro giudizio, questa maggioranza e le sue azioni non sono in grado di restituire all’Italia fiducia e competitività ma aggravano la crisi del Paese, come si è visto in questi mesi”.
“Il Parlamento – sottolinea Chiti – si è occupato di leggi ad personam, di nuovo, e il governo ha scelto come linea della sua azione i decreti legge, che non consentono il confronto. Ma qualunque sia lo strumento noi dobbiamo svolgere il ruolo di opposizione per quanto riguarda le scelte di programma di governo per il Paese, però, le riforme e la legge elettorale è indispensabile che siano affrontate con una ricerca di confronto tra maggioranza e opposizione e con le convergenze più ampie possibili. Sulla base delle nostre proposte e del merito e come opposizione dobbiamo non solo essere pronti ma sollecitare e incalzare il Centrodestra”.