PISTOIA. ‘’L’astensione colpirebbe il centrosinistra. Ho fiducia tuttavia che vi sarà una grande partecipazione del ‘nostro mondo’, sia per il valore dei nostri candidati, la coerenza dei programmi, sia perché siamo in piedi. La sconfitta alle politiche sprona a battere la destra non a smobilitare’’. E’ l’appello che il ministro per le riforme Vannino Chiti lancia alla vigilia dei ballottaggi per le elezioni a Massa, Pisa, Viareggio e alla
provincia di Massa e Carrara. L’astensionismo preoccupa l’ex presidente della Regione. Il Pd spera infatti che i ballottaggi siano una prima, parziale rivincita sul voto del 13-14 aprile.
Chiti in questi giorni è impegnato nella presentazione della riedizione molto aggiornata di un suo vecchio e fortunato libro Laici& cattolici. Oltre le frontiere tra ragione e fede, edito da Giunti. Un’occasione per analizzare la sconfitta elettorale e il futuro del Pd.

Torniamo ai ballottaggi. I candidati del Pd possono farcela se avranno l’appoggio della Sinistra arcobaleno. La quale però è molto irritata con il Pd, accusato di avergli rubato i voti. Non c’e’ il rischio della ritorsione attraverso l’arma dell’astensionismo?
‘’Con la Sinistra Arcobaleno c’e’ stata una separazione consensuale nelle elezioni politiche. Vi erano forti differenze nei programmi, non pregiudiziali astratte. Nelle elezioni amministrative, nei ballottaggi, non conosco elettori di sinistra che vogliono fare vincere la destra’’.

Il dato politicamente più rilevante delle elezioni per il Pd e’ rappresentato dal fatto che ha fatto il pieno dei voti della sinistra radicale, ma non ha sfondato al centro. Perche’?
‘’Non abbiamo fatto il pieno della sinistra radicale: circa il 3% del loro elettorato non è andato a votare; una parte, al Nord, si e’ spostato sulla Lega. In ogni casoe’ vero che settori del loro elettorato si sono riconosciuti nella proposta e nella sfida avanzata dal Pd. Non abbiamo sfondato come sperato nell’elettorato moderato. E’ vero in generale, non in Toscana ad esempio, dove abbiamo avuto il migliore risultato in Italia con oltre il 47% dei consensi’’.

Perche’ non avete sfondato?
‘’Dobbiamo imparare a tenere insieme i diritti civili e i diritti sociali: se smarriamo questo collegamento, regaliamo i ceti popolari ad un rischioso populismo di destra. Dobbiamo tenere insieme scelte di macro economia e di micro economia’’.

Esempio?
‘’Il risanamento del debito pubblico deve essere visto in relazione anche al tenore di vita degli impiegati, dei lavoratori dipendenti, dei pensionati. Infine non e’ tempo di liberismo acritico: per una sinistra moderna non lo e’ mai. Ma in questa situazione non lo e’ neppure per la destra tanto che Tremonti ha posto il problema di regole al mercato per fronteggiare la globalizzazione. Alcune sue ricette – penso ai dazi – sono arcaiche, inefficaci, fuori dal mondo. Ma dobbiamo porci il problema diquali regole e inoltre di quali sostegni dare a chi vuole fare impresa e lavorare in Italia. Fare diventare concreti gli snellimenti burocratici; le misure per il sostegno alla ricerca e alla innovazione. Talvolta decisioni positive del nostro governo sono rimaste sulla carta per mesi per la complessita’ e i ritardi dei regolamenti attuativi’’.

Venendo al suo libro, lei e’ cattolico?
‘’Sono cattolico. Vado a messa anche se non ogni domenica. Sono stato chierichetto. Il raccoglimento che da’ la fede religiosa non fa perdere di vista l’importanza dei problemi concreti della vita di ogni giorno, ma li colloca in un più giusto rapporto di valori’’.

Chi e’ il prete ha avuto più influenza nella sua vita?
‘’Il parroco della mia infanzia, Don Giovanni Gentilini. Ancora continuiamo a vederci. Era un parroco splendido: si informa della vita concreta dei suoi parrocchiani con grande premura. Le prime gite della mia vita le ho fatte con lui’’.

Nell’introduzione lei sostiene la necessità di ”fare i conti con il sentimento e il pensiero religioso”. Cosa significa in concreto per una forza politica?
‘’Significa in primo luogo assumere il limite della politica e anche del ruolo di un partito. Ci sono temi fondamentali del vivere che non rientrano in questa sfera. In secondo luogo assumere il sentimento religioso non come fatto privato, da regolare con la concessione della libertà di culto ma come dimensione pubblica. Il che significa ad esempio che quando i vescovi intervengono è legittimo e giusto dare un giudizio di merito; e’ sbagliato applaudire quando parlano di pace, strapparsi i capelli per l’inaudita interferenza se parlano di bioetica. Infine avere la consapevolezza, in Italia, del carattere popolare del cattolicesimo’’.

Come conciliare all’interno di uno stesso partito una Binetti con un cattolico del cosiddetto dissenso?
‘’Al partito si aderisce sulla base della condivisione del Manifesto dei Valori e dello Statuto. Inoltre il Partito Democratico vuole essere una palestra di laicita’. Deve rendere possibile un confronto su tutti i temi, una ricerca paziente, senza pregiudiziali, delle soluzioni. Poi, ma solo poi, sulle questioni della bioetica, varrà la legittima e trasparente libertà di coscienza’’.

La Chiesa nell’ultimo decennio con la gestione del cardinale Ruini si e’ spostata a destra?
‘’Lo schema destra-sinistra per capire la Chiesa non mi e’ mai parso adeguato: fa compiere gravi errori. Il cardinale Ruini e’ parso circoscrivere l’azione della Chiesa attorno ad alcuni temi come la famiglia, il nascere della vita, la fecondazione. Sono temi veri, di cui la sinistra non deve aver paura. Al tempo stesso la Chiesa affronta anche le altre grandi questioni della pace, della giustizia, dell’accoglienza, della dignità della persona, che non debbono essere considerate inferiori. Non si deve ne’ sottovalutare ne’ lasciarsi fuorviare dal tentativo di forze della destra e dei cosiddetti atei devoti di ridurre la fede cattolica ad ideologia della loro politica’’.

Mario Lancisi