“Non c’è da drammatizzare, la maggioranza è compatta, tutta la coalizione, Rifondazione compresa, è unita”.

Il ministro per i rapporti col Parlamento Vannino Chiti arriva a Firenze nel tardo pomeriggio. Deve intitolare una sezione Ds a Orazio Barbieri, storico antifascista toscano scomparso a marzo scorso. Ma le polemiche romane lo inseguono.

Ministro, ma la preoccupano i no del suo collega Ferrero?
“Ferrero è una brava persona. Ma ritengo che un ministro è bene che si differenzi il meno possibile, soprattutto pubblicamente. E’ un errore in cui a volte si cade e in verità non il solo Ferrero. Penso anche che ognuno di noi nel governo non fa riferimento al partito che lo esprime, ma deve avere l’autonomia e la responsabilità del far parte di un organismo collegiale. E però non sono neanche per la drammatizzazione”.

La destra parla di governo spaccato.
“Sono incursioni strumentali di una parte della destra che crede che gli italiani si siano già dimenticati delle divisioni del loro governo”

Ma sul Tfr però non rischiate di dividervi anche in aula?
“No. L’anticipazione della previdenza complementare è concordata con le parti sociali, sindacati e imprese, ed è uno dei pilastri della riforma Dini che per tutta la coalizione è un riferimento”.

Anche Rifondazione?
“In questi mesi, e in questi giorni a Montecitorio sulla Finanziaria, tutte le forze della coalizione si sono comportate con grande serietà. Dal punto di vista della lealtà e della responsabilità non ci sono appunti da fare a Rifondazione comunista”.

Come giudica la discussione alla Camera sulla Finanziaria?
“Bene, la maggioranza sta dando importanti segnali non solo di coesione, ma anche di apertura. E’ il frutto di un lavoro serio fatto fra governo e capigruppo della maggioranza. I muri portanti, per citare il ministro Padoa Schioppa, sono stati considerati ‘portanti’ da tutti e all’interno di questi si è operato per miglioramenti. E’ giusto così, questo è e vuol rimanere un governo parlamentare”.

Al Senato però sarà dura.
“E’ dura perché è una Finanziaria difficile di per se. Grazie all’eredità che ci hanno lasciato servono 15 miliardi di euro per rientrare nel Patto di stabilità con l’Europa. Eppure il governo non si è fermato al risanamento, ma ha predisposto misure d’equità e soprattutto impegni concreti di sostegno allo sviluppo per superare il precariato, per aumentare gli occupati, per aiutare l’innovazione tecnologica delle imprese”.

Il mondo delle università e della ricerca protesta. Che risponde?
“La Finanziaria che arriverà al Senato non sarà blindata. Ci sarà confronto in commissione bilancio. La disponibilità a miglioramenti c’è. Noi però pensiamo di aver fatto uno sforzo su scuola, formazione, università e ricerca proprio perché siamo convinti che da qui passa il futuro del nostro Paese. Se poi, tenendo fermi i ‘muri portanti’, riusciremo a trovare altre risorse le metteremo lì”.

La senatrice Rita Levi Montalcini dice che non voterà la Finanziaria se non ci saranno le risorse per la ricerca.
“Stimo molto la senatrice Montalcini non solo come persona e come scienziato, ma anche per lo spirito di servizio con cui è presente al Senato. Le voglio assicurare che non ci chiudiamo alla possibilità di apportare miglioramenti. Ma l’asse risanamento-equità-sviluppo non va abbandonato. Il debito pubblico sta rubando il futuro proprio ai più giovani”

Resta il dato numerico di Palazzo Madama, dove c’è chi dice che sia in corso una campagna “acquisti” di senatori da parte di Berlusconi.
“E’sconcertante leggere sui giornali o sentire in Tv queste cose. In qualsiasi altra democrazia matura una notizia come questa getterebbe discredito sul capo di una forza politica che sentirebbe subito il bisogno di smentire. Invece Berlusconi se ne vanta. Dov’è la grande informazione? Qual’è il punto di caduta del valori di questo Paese. Ma dov’è finita la moralità pubblica?”

Teme defezioni?
“No. Sono certo che i senatori eletti col centrosinistra, come hanno dimostrato in questi mesi con o senza fiducia, non perderanno un colpo”.

Ma a destra pensano alla “spallata”a Prodi.
“E’ un discorso che non vale per tutta l’opposizione. Ci sono segnali diversi. In An e Udc, ma anche in settori della Lega, c’è chi avanza questioni di merito. Poi c’è chi sogna la spallata, ma sono quelli che vogliono che Berlusconi continui a essere il capo della destra e il candidato al governo per la destra. Ma si sbagliano”.

Perché?
“Perché il governo Prodi è un governo di legislatura e non c’è spazio per altre soluzioni se non le elezioni anticipate. Ma non succederà, la Finanziaria sarà approvata e Prodi governerà 5 anni perché questa coalizione ha una strategia, attuare il programma e rinnovare l’Italia. Gli altri propongono l’avventura che danneggerebbe il Paese”.

Vladimiro Frulletti