26 Gennaio 2006
Chiti: è il momento di parlare dei problemi dei cittadini
Intervista a Vannino Chiti di Simone Collini da l’Unità

«La destra vuole spostare il confronto sul terreno della rissa. Anche per questo noi non possiamo ridiscutere una formazione e uno schema di gioco già decisi». Vannino Chiti lancia un appello agli alleati. «Ora è il momento di affrontare come si deve la campagna elettorale, è il momento di parlare ai cittadini dei temi che interessano ai cittadini». Un appello che il coordinatore per le relazioni politiche e istituzionali della segreteria Ds rivolge in particolar modo a Mastella e a quanti sostengono la necessità di presentare liste civiche in tutte le circoscrizioni.

Soddisfatti di come si sia chiuso il capitolo capilista dell’Ulivo?
«Mi pare che siano stati bene messi in evidenza sia il ruolo di leader dell’Ulivo di Prodi che la presenza di una classe dirigente che lo affianca».

I partiti che rischiano di non raggiungere la soglia del 2% non sono contenti del trattamento che gli avete prospettato.
«Da parte nostra c’è lo sforzo per assicurar loro una presenza in Parlamento».

Mastella definisce i tre posti offerti una “elemosina”.
«Nessuno deve dimenticare che stiamo lavorando su una legge elettorale voluta dalla destra per attenuare la sua sconfitta. I Ds, pur vincendo il centrosinistra le elezioni, avranno meno parlamentari di quanti ne abbiano oggi all’opposizione. Allora, è chiaro che vogliamo assicurare il diritto di tribuna a tutte le forze della coalizione, ma ognuno deve farsi carico di difficoltà che sono volute da altri».

A proposito di altri: Casini dice a Mastella che il suo posto è nella Cdl.
«Mastella sa che il disagio che esprime è provocato da una legge per la quale il presidente della Camera Casini ha giocato il ruolo del regista, non certo del notaio, come si definisce negli ultimi giorni. E Mastella sa che l’Udeur, che esprime principalmente le ragioni del Mezzogiorno, può risolvere i problemi senza caricarli di ambiguità rispetto alla sua collocazione».

Lei è favorevole alla presenza di liste civiche coalizzate con l’Unione?
«Le liste civiche, come dice il nome, sono una ricchezza sperimentata nella vita delle amministrazioni locali. Nascono, cioè, come forme nuove di partecipazione dei cittadini e che si concentrano attorno a temi che si ritengono essenziali per la vita di quella città. Da questo punto di vista fino ad oggi c’è stata non solo un’esperienza positiva, ma una collaborazione proficua tra centrosinistra e liste civiche».

Quindi?
«Quindi, penso che questa eventualità sia da prendere in considerazione al Senato, dove c’è il premio di maggioranza su base regionale, e laddove queste liste abbiano un radicamento reale. Per esempio, non c’è dubbio che la lista regionale Illy sarebbe un contributo per il successo del centrosinistra in Friuli. Così come stiamo cercando contatti con liste autonomiste in Lombardia, Veneto, e anche con il partito sardo d’azione, che è già un’esperienza più strutturata».

E nelle altre regioni, o per le elezioni della Camera? Non conviene comunque presentarsi con più liste?
«Questa legge ci pone di fronte a due elementi che se non teniamo in equilibrio possono contrastarsi l’un l’altro. Dobbiamo prendere tanti voti per vincere e avere pluralità di presenze. Ma dobbiamo anche mantenere una coesione politica che assicuri la governabilità. Liste civiche che, sommandosi tra loro, diventino un altro partito nazionale non vanno bene».

Neanche se portano più voti all’Unione?
«Non so quanti voti in più potrebbero portare o se semplicemente determinerebbero una diversa redistribuzione dei consensi che il centrosinistra ha. Ma certamente improvvisare un nuovo partito non porterebbe a un maggiore equilibrio nell’azione di governo».

E se i promotori della lista “Cittadini per il Presidente” vanno avanti?
«Bisogna intendersi: sono liste civiche o una sorta di liste “per Prodi”? Perché in tal caso, questo sarebbe un argomento già affrontato e risolto in modo diverso. Le liste per Prodi sono tutte quelle del centrosinistra, perché Prodi è il candidato alla presidenza del Consiglio dell’Unione. E poi Prodi è il leader che guida la lista dell’Ulivo, che porterà alla formazione di gruppi unici alla Camera e al Senato. Ormai siamo in campagna elettorale, non si può ridiscutere formazione e schema di gioco a partita cominciata. Dobbiamo parlare con i cittadini delle nostre proposte e del bilancio fallimentare del governo. Sapendo che la destra farà di tutto per occultare, per far parlare d’altro».

Preoccupati per il rinvio dello scioglimento delle Camere?
«Valuteranno gli italiani che cosa questa maggioranza farà, dopo cinque anni di fallimenti, nei dieci giorni in più di attività del Parlamento».