09 Maggio 2005

«Così vogliono bruciarne la rielezione»
La leadership di Berlusconi è ormai in discussione. Per il centrosinistra invece il secondo mandato di Ciampi sarebbe una grande scelta

Ninni Andriolo

ROMA «Dicendo di volerla settori della destra intendono far saltare, in realtà, la possibilità di una rielezione di Ciampi. Per questo stanno cercando di anticipare un dibattito che non riguarda l’oggi…». Vannino Chiti, coordinatore della segreteria Ds, commenta così le esternazioni di Bondi sulla riconferma dell’attuale Capo dello Stato per il prossimo settennato quirinalizio. «Bisogna ricordare che la scelta del nuovo Presidente della Repubblica si farà dopo le elezioni politiche, tra più di un anno»
L’Unione è favorevole alla rielezione di Ciampi?
Il centrosinistra nutre stima e rispetto nei confronti dell’attuale Presidente della Repubblica. Con con una sua disponibilità la riconferma sarebbe una grande scelta. La stragrande parte del centrosinistra, come emerge dalle dichiarazioni di queste ore, non avrebbe alcuna remora a rieleggerlo con convinzione. In anni difficilissimi Ciampi ha saputo diventare un riferimento decisivo dell’unità del Paese e ha saputo dare grande fiducia agli italiani. Per questo non si può consentire che il suo nome venga tirato in ballo strumentalmente.
Bondi lo tira in ballo, Berlusconi in realtà frena…
Bondi pone il problema, un anno prima e anticipando i tempi, per un discorso tutto rivolto agli equilibri interni del suo partito e della sua coalizione. Anche dalle mosse e contromosse che si registrano intorno al Quirinale appare chiaro come venga messa in discussione la leadership di Berlusconi. Non c’è nulla di serio e rigoroso nel coinvolgere le massime istituzioni dello Stato nei giochetti e nelle tattiche che riguardano il centrodestra. Occorrono serietà e rigore. Soprattutto quando si affrontano questioni delicate come quella della elezione del Presidente della Repubblica.
L’obiettivo è dirottare Berlusconi verso il Colle?
All’uscita di Bondi, ricordiamolo, ha fatto seguito un’affermazione incredibile di Berlusconi. Il premier ha spiegato che, secondo informazioni in suo possesso, Ciampi non sarebbe interessato a una riconferma. Anche in questo caso il Presidente del Consiglio non ha tenuto conto né della correttezza dei rapporti personali, né del rispetto di quelli istituzionali. Un andazzo seguito più volte nei confronti del Presidente della Repubblica. La stessa avventatezza dimostrata in Senato sul caso Callipari, quando il premier parlò di contrasti tra il Pentagono e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. L’uscita di Bondi, e il successivo brusco stop di Berlusconi, possono significare che qualcuno voglia bruciare la possibilità di una rielezione di Ciampi. Anticipando a oggi temi che verranno in discussione dopo le politiche si tenta di offuscare il ruolo di equilibrio che la figura autorevole del Capo dello Stato potrà esercitare nei prossimi difficili mesi.
La destra preferirebbe giocare la partita del Quirinale prima della fine della legislatura, con i numeri di oggi piuttosto che con quelli incerti di domani. Non crede?
Quello che appare evidente è che la destra vuole far rientrare il Quirinale nel gioco del contenzioso interno che la riguarda. È difficile, comunque, dire quale progetto vero abbiano in mente. In realtà emerge un grave stato confusionale. Un giorno lanciano l’idea del ticket, cioè della spartizione del Quirinale e di Palazzo Chigi al loro interno, una forzatura della nostra Costituzione che non prevede cose del genere. Il giorno successivo, invece, Bondi – smentito da Berlusconi – ricandida Ciampi. E si afferma, poi, che bisognerebbe seguire il metodo bipartisan per l’elezione del Presidente della Repubblica…
E lei ritiene possibile un’intesa tra i poli sul Capo dello Stato?
Per il centrosinistra è chiara la ricerca per il Colle di candidature bipartisan che siano riferimento dell’Unità nazionale e garanti della Costituzione. Per la scelta di Ciampi, dobbiamo ricordarlo, venne seguito proprio questo metodo. Ma il metodo qui è inseparabile dal merito e non bisogna dimenticare lo sfregio che la Destra sta facendo della nostra Costituzione.
Lei pensa che il Berlusconi bis reggerà fino alla fine della legislatura?
Nella Destra, lo ripeto, prevale lo stato confusionale. Allo stesso tempo, però, la Casa delle libertà riconferma una concezione delle istituzioni subalterna alle sue logiche di schieramento. Mancano dodici mesi alla conclusione naturale della legislatura. Ma non sappiamo cosa potrebbe accadere dopo le elezioni in Sardegna e in Trentino…
Elezioni anticipate di nuovo all’ordine del giorno?
Voglio solo ricordare il modo come la Destra ha affrontato la sconfitta nettissima delle regionali: crisi sì, crisi no, crisi vera, crisi finta, dimissioni, non dimissioni e alla fine ricomposizione. Le vicende di questi giorni, però – con Tremonti che vuole vendere le spiagge, con Storace che vuole spendere soldi per il metodo Di Bella invece di metter mano alle inefficienze della sanità, con il salvacondotto per i bancarottieri inserito nel decreto per la competitività e cassato dopo la fortissima reazione dell’opposizione e dell’opinione pubblica – dimostrano i rischi che corre il Paese. Per evitarli mi auguro che si vada alle elezioni il prima possibile. Non per il centrosinistra, ma per l’Italia e le istituzioni dello Stato. Persino le questioni che riguardano le più alte cariche della Repubblica vengono affrontate oggi con leggerezza e strumentalità. Il Paese ha diritto a una svolta.