ROMA «È possibile far maturare un accordo in cui il ruolo dell’Udeur sia riconosciuto e valorizzato». Secondo Vannino Chiti ci sono le condizioni per ricucire lo strappo di Mastella con l’Alleanza. L’importante, dice il coordinatore della segreteria Ds, è che ora le impostazioni emerse in colloqui e incontri informali che ci sono stati nei giorni scorsi vengano assunte dal leader della coalizione, Romano Prodi.
Rutelli ha fatto sapere che con Mastella c’è la base di un’intesa politica e l’Udeur ha risposto che si tratta di un ottimismo del tutto ingiustificato. Onorevole Chiti, come stanno le cose?
«Ci sono stati incontri informali e colloqui nei quali è stata definita un’impostazione politica che può portare a una soluzione. Vanno poste le condizioni per un ruolo dell’Udeur nella coalizione, per un patto di legislatura da mantenere fino al 2011 e per un contributo programmatico che il partito di Mastella possa dare all’Alleanza».
Queste condizioni secondo lei basterebbero per far ricucire lo strappo dell’Udeur con l’Alleanza?
«Ovviamente, è necessario che l’impostazione politica sia assunta da Romano Prodi».
Il fatto che come candidato presidente della Basilicata sia stato scelto un esponente della Margherita complica la situazione?
«Sulle regionali ci sono stati incontri sia a livello nazionale che regionale e a questo punto credo sia possibile raggiungere un accordo. Anche perché le questioni poste da Mastella non si riferiscono a posti o numeri. Riguardano il ruolo e il contributo politico che l’Udeur può dare. E su questo aspetto, molto importante, è stata definita un’impostazione che può servire per rilanciare l’Alleanza».
Il contributo politico, dell’Udeur come delle altre forze del centrosinistra, dovrebbe esprimersi nella definizione programmatica, che però stenta a decollare, come lamenta anche Rutelli in una lettera a Repubblica.
«Considero quella lettera un contributo positivo e la condivido per molti aspetti. È importante che il presidente della Margherita ribadisca con forza l’impegno a costruire la Federazione dell’Ulivo e a farne, come anche noi Ds abbiamo detto, il perno di coesione interna dell’Alleanza, in grado di dare la garanzia di vincere e di governare attorno a un progetto riformista».
E del fatto che si debba dare più spazio nei prossimi mesi alle priorità programmatiche, che ne pensa?
«Sono d’accordo. In politica non si può separare contenuti da contenitori. E purtroppo, negli ultimi mesi si è finito per parlare più dei secondi che dei primi».
Per colpa di chi?
«Non parlerei di colpe. Non dimentichiamo che questa coalizione, da Rifondazione comunista a Udeur, è in campo da pochi mesi. Quindi un po’ era forse inevitabile dare la prevalenza a temi riguardanti l’organizzazione dello schieramento».
Si è discusso molto anche della Federazione riformista…
«Che è il progetto politico più ambizioso degli ultimi decenni. Però è vero che quando si parla della Federazione o dell’Alleanza senza contemporaneamente parlare di contenuti che interessano i cittadini si commette un errore, che ora dobbiamo recuperare in fretta».
Cosa dovrebbe fare Prodi a questo punto, secondo i Ds?
«A Prodi suggeriamo di attivare un meccanismo come quello adottato dalla Convenzione europea per la definizione della Costituzione dell’Unione: una sede permanente, un gruppo di lavoro stabile e delle regole con cui partiti, organizzazioni e associazioni della società civile possano partecipare al confronto sul programma e poi all’assunzione delle decisioni. C’è anche da sottolineare che il programma riguarda l’insieme delle proposte, ma che servono in tempi brevi anche tre, quattro idee forza che caratterizzano un’alleanza e la rendono alternativa allo schieramento opposto».
Rutelli, nella lettera, avanza alcune proposte programmatiche. E subito Bertinotti esprime dissensi di merito e Cossutta dice che è sbagliato proporre “aggiustamenti rispetto alle leggi imposte da Berlusconi”.
«Sarebbe sbagliato ora classificare le proposte di Rutelli, che sono più che altro dei titoli indicativi. Il punto è: riguardano capitoli che vanno scritti, o no? Secondo me, sì. Credo sia giusto fare, nel programma del centrosinistra, un forte riferimento all’Europa. Come ritengo giusto costruire un patto che possa convogliare mondo del lavoro, imprese, cultura attorno alle grandi priorità di sviluppo del paese: ricerca, istruzione, innovazione e Mezzogiorno».
Secondo Cossutta bisogna fare tabula rasa delle leggi berlusconiane e anche nei Ds c’è chi ritiene, riguardo il tema del lavoro, che la legge 30 vada semplicemente cancellata.
«Su alcuni temi, compreso quello del lavoro, c’è già un progetto. Per questo è inutile un dibattito astratto su cosa si lascia o no della legge 30. Semplicemente, non lasceremo ciò che non è compatibile con le nostre proposte».