Gentile direttore,

chiedo ospitalità per poter replicare brevemente ad alcune delle osservazioni, molto critiche
nei confronti del governo, contenute nell’articolo di Luca Ricolfi, pubblicato dal suo giornale, con il titolo «Il mal di mare».

In sostanza l’assunto dell’editorialista è che a sei mesi dalle elezioni non sarebbe chiaro «dove la nave del governo sia diretta». Mentre al contrario sarebbe chiarissimo che aria tira fra la gente: ossia di delusione per le occasioni mancate, per le cose non fatte, o per i segnali ondivaghi mandati alla pubblica opinione su tasse, servizi pubblici, infrastrutture. Di qui il titolo «Il mal di mare», provocato da una nave che non ha una rotta precisa e che è preda dei venti.

Premesso che quando si naviga, il mal di mare può venire anche seguendo una rotta precisa, perché non sempre si ha il vento in poppa e ci si deve adattare alle condizioni, trovo alcune osservazioni ingenerose o, quel che è peggio, non vere. In questo caso mi preoccupo perché il mal di mare ha anche una componente cli suggestione che non va sottovalutata.

Tra le questioni rinviate o non affrontate dal governo, Luca Ricolfi cita ad esempio «l’invadenza della politica nella sanità». E’ bizzarro questo rilievo perché questo governo ha approvato un provvedimento che vieta di assumere la direzione delle Asl a ex parlamentari e esponenti dei consigli regionali invertendo la rotta di 180 gradi rispetto alle norme fissate dal centrodestra. Può darsi che ci sia ancora tanta politica nella sanità, sicuramente in futuro ce ne sarà meno di prima. I cittadini giudicheranno gli effetti, ma se si parla di sensazioni sarebbe giusto ricordare almeno che quel provvedimento è stato approvato. Il ministro della Sanità Livia Turco, inoltre, ha già avanzato pubblicamente proposte per nuove procedure nei concorsi. La rotta c’è ed è chiara.

Liberalizzazioni: il cosiddetto decreto Bersani è legge, non c’è stato nessun annacquamento. Al Senato si sta discutendo di un disegno di legge del Governo che liberalizza nel campo dell’energia. Alla Camera di un progetto governativo di riforma dei servizi pubblici locali, nonché dell’introduzione dell’azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori (la cosiddetta class action). Non si vedono annacquamenti all’orizzonte. Quando queste misure saranno legge, rappresenteranno un passo tangibile in avanti nelle liberalizzazioni e per i diritti dei consumatori.

Lotta all’evasione fiscale. Qui, dice Ricolfi, il cittadino onesto non sa se e quando si abbasseranno le aliquote o se arriveranno nuovi balzelli. Io credo che il cittadino onesto dovrebbe essere contento del fatto che in questi mesi le entrate sono aumentate di 6 miliardi e 200 milioni di euro, una cifra enorme in cui un qualche merito la politica del governo deve averlo avuto. Se non altro il cittadino onesto avrà capito che le tasse non sono aumentate, i condoni sono finiti e che i soldi in più per l’erario sono arrivati non da lui ma da chi non aveva pagato prima.

Altro punto, il conflitto di interessi. C’è in discussione un progetto di legge, di iniziativa dei gruppi parlamentari dell’Unione rispetto al quale il Governo presenterà emendamenti, impegnandosi per il varo di una legge rigorosa, sul modello di quelle esistenti in altri paesi occidentali. Al momento è in vigore una legge che risolve il conflitto, nel senso che non lo affronta. Anche qui i cittadini giudicheranno.

Mi sono volutamente limitato a questi pochissimi fatti, per brevità. Si potrà dire che sono una goccia nel mare delle necessità, che sono solo un inizio, ma perché dire che non si sa dove va la nave? Ho l’impressione che la barca la sua rotta ce l’abbia, ma che qualcuno preferisca navigare nel mare dei luoghi comuni.

Vannino Chiti