I temi che preoccupano gli elettori italiani sono: la crisi economica e del lavoro, l’immigrazione. Ci sono tre alternative di governo tra cui scegliere domenica prossima: una versione italiana dei populismi europei, quella dei 5 Stelle; la proposta della destra a trazione lepenista; il centrosinistra guidato dal Pd.
Da noi la crisi è stata più difficile perché nel 2008-2011 i governi Forza Italia-Lega la negavano dicendo che i ristoranti erano pieni. Il premier Berlusconi litigava col ministro dell’Economia Tremonti e la spesa corrente cresceva. Finché il bubbone scoppiò nel 2011 con la speculazione finanziaria, l’impennata dei tassi di interesse, il ricorso al governo tecnico. Oggi il rischio è vanificare il difficile percorso affrontato finora. La destra non è cambiata: la flat tax al 23% o al 15% per chi guadagna 12 mila euro l’anno e per chi ne guadagna 100 mila, 500 mila, 10 milioni sarebbe la più grande iniquità sociale immaginabile. Inoltre con il crollo del gettito fiscale ad essere colpiti sarebbero i servizi pubblici: istruzione, sanità, trasporti. Abbiamo bisogno di un fisco più equo e semplice, non di un fisco che strizza l’occhio ai ricchi e ignora il resto.
I 5 Stelle propongono confuse ricette di assistenzialismo e, come la destra, promesse per decine e decine di miliardi, scenari di irresponsabilità.
L’immigrazione è un problema complesso che va governato in modo intelligente. In tutto il mondo siamo di fronte a intere popolazioni, a continenti o parti di essi che premono su altre terre con un maggior benessere. Non servono a nulla gli slogan e le ricette autoritarie della destra e le oscillazioni quotidiane dei 5 Stelle. Lega e Forza Italia dal governo firmarono l’accordo di Dublino, la prima causa dei nostri problemi di gestione del fenomeno, e oggi propongono soluzioni tanto facili quanto inattuabili, rozze e inconcludenti.
Il voto al Pd è l’unica scelta per una nuova stagione di governo responsabile, che dia continuità al rilancio dell’economia e dell’occupazione, che deve ora essere più stabile così da dare serenità alle persone, all’impegno contro le povertà e le disuguaglianze, allo sforzo per rafforzare e cambiare profondamente l’Unione Europea, al lavoro intrapreso dal governo e dal ministro Minniti per dare regole alla gestione del flusso migratorio e dell’accoglienza, alla realizzazione di accordi tra l’Unione Europea e quelli africani.
Per questi motivi domenica 4 marzo penso sia importante fare una scelta di buon governo e non di testimonianza o cedere a tentazioni destabilizzanti. È giusto non stare a casa e andare a votare per il Partito Democratico.