L’Alto commissario per i diritti umani ha dichiarato che “la sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità”. In Italia, soprattutto nel centrosinistra e nel Pd, serve una riflessione seria su questo tema. Come ha sottolineato il presidente del Consiglio Gentiloni, quella italiana è l’unica politica migratoria che nell’Unione Europea presenta un minimo di decenza e, pur senza sostegni significativi, ha cercato di dotarsi di un piano per il contrasto agli scafisti e per l’accoglienza. L’azione del ministro Minniti sta dando alcuni risultati: gli sbarchi sono diminuiti, stiamo riorganizzando la gestione dei migranti, stiamo conducendo una battaglia difficile ma coerente e autorevole in Europa. Il Piano del governo e le dichiarazioni di intenti che l’accompagnavano avevano però anche altri contenuti, per me irrinunciabili: la garanzia del rispetto dei diritti umani nei campi di accoglienza in Libia, da assicurare attraverso un ruolo dell’Italia, dell’Unione Europea ed una supervisione dell’Onu; leggi di positiva integrazione da noi, a partire d all’approvazione dello ius soli, per nuovi fondamenti della cittadinanza. Controllare le partenze dall’Africa è giusto, coprirsi gli occhi e far finta di non vedere che sorte tocca a migliaia di persone che, non riuscendo a partire, rimangono in Libia, è inaccettabile. Così facendo avalliamo indirettamente condotte disumane, illegali, che violano i diritti umani. I centri in cui vengono trattenuti i migranti sono autentici lager, in cui le persone vengono picchiate, violentate, umiliate, ricattate e derubate. Dai rappresentanti delle autorità libiche, non da criminali occasionali. Per comprendere di cosa si parla si può leggere questo articolo  . Non basta: il 6 novembre nelle acque del Mediterraneo è andato in scena lo scontro tra una motovedetta libica e due imbarcazioni di Ong impegnate nelle operazioni di soccorso, coordinate dalla Guardia costiera di Roma. Come denunciato pochi giorni fa , anche da testimoni oculari, i libici hanno contrastato l’azione degli operatori umanitari, cercando di  trattenere i migranti con la forza e usando forme di violenza brutali. È risultata vana perfino una comunicazione perentoria di un elicottero della Marina italiana che intimava di lasciare spazio ai soccorsi. Alcuni corpi sono stati falciati dalla motovedetta libica che ha riacceso i motori mentre diverse persone provavano a nuotare e salvarsi. Come ho sottolineato, gli accordi tra Italia e Libia dovevano prevedere che i campi per i migranti in Nord Africa fossero gestiti dalle agenzie umanitarie dell’Onu o da soggetti del terzo settore europeo. Questa era e resta una condizione preliminare. Chiudere gli occhi di fronte a tali misfatti ci renderebbe responsabili e complici. Per nessun motivo i mezzi militari libici – sovvenzionati anche con fondi italiani – devono operare contro i principi di legalità e civiltà né ostacolare operazioni di salvataggio in mare.L’Europa è l’avamposto della civiltà nel mondo. Non possiamo accettare o restare indifferenti di fronte a comportamenti indegni e contrari ad ogni valore di umanità.