Domenica ci sono le elezioni regionali in Sicilia. È come sempre un appuntamento importante per il futuro della Regione e per l’Italia. Va a votare una comunità di oltre 5 milioni di persone. È doveroso da parte dei dirigenti e dei militanti del Pd fare il massimo sforzo a sostegno della candidatura di Fabrizio Micari, una persona competente che scende in campo per il governo della cosa pubblica con alle spalle un significativo percorso nell’università. È l’alternativa responsabile e costruttiva da un lato, alla rabbia e all’improvvisazione dei 5 Stelle, il regno del pensiero unico eterodiretto da Genova e Milano; dall’altro alla sfida portata dal centro-destra siciliano, quello che con la regia di Miccichè e Berlusconi ha vinto e governato male a partire dagli anni 90, per tutto il primo decennio del nuovo secolo. Le stesse persone, con profili etici e forse anche legali assai discutibili nelle liste per l’Assemblea, un blocco di potere che prova ad alimentare sé stesso. Purtroppo il centrosinistra in Sicilia è diviso: il Pd è alleato con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e con Alternativa Popolare di Alfano ma non con le altre forze di sinistra, che sostengono la candidatura di Claudio Fava. Purtroppo, ad oggi, questo è lo scenario più probabile anche per le elezioni politiche nazionali. Sarebbe un errore, che aprirebbe la strada ad una destra italiana al cui interno hanno un grande peso i partiti lepenisti. Il Pd deve essere una forza fondamentale per la coalizione di centrosinistra. Per questo è nato. La giustizia sociale, l’uguaglianza, il welfare, lo sviluppo sostenibile, l’ambiente, l’impegno per rinnovare la democrazia e costruire gli Stati Uniti d’Europa sono i nostri obiettivi comuni. Inseguire i modelli della destra porterebbe alla sconfitta. La legge elettorale appena approvata, con la fiducia sia alla Camera che al Senato, anche per le sue incongruenze e contraddizioni, non incoraggia il formarsi di coalizioni: il voto unico colpisce il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti e al tempo stesso la nascita di alleanze stabili. Nonostante questo dobbiamo compiere ogni sforzo per impedire il successo del berluscon-lepenismo o del populismo grillino. Al centro della politica va posto il futuro dell’Italia. Sicuramente il voto in Sicilia darà risposte sulle politiche seguite e sul modello delle alleanze da costruire.