“Il clima in Europa nel 2017 sta iniziando a cambiare”.
Lo ha detto Il senatore Vannino Chiti, presidente della commissione Politiche Ue, in missione a Podgorica, in occasione del decimo anniversario dalla firma degli accordi di stabilizzazione e associativi tra l’Unione Europea e il Montenegro.
“Entro breve – ha aggiunto Chiti – il presidente Tusk elaborerà una roadmap per il progetto di integrazione, in cui figurano: entro la fine dell’anno il lancio della cooperazione permanente in materia di Difesa, un vertice dell’area euro in dicembre e il punto sulla situazione nei Balcani occidentali, da svolgersi l’anno prossimo a Sofia.
Tra le proposte ci sono inoltre la creazione di un budget dell’eurozona, la rimodulazione di una politica industriale europea, l’armonizzazione della tassazione societaria, garanzie sociali comuni, una politica d’asilo comune.
In questo contesto si inserisce la recente proposta del presidente della Repubblica francese Macron sulle cosiddette ‘convenzioni democratiche’, per includere i cittadini e la società civile nel dibattito sul futuro dell’Europa.
Secondo Macron, per rifondare il progetto europeo occorre far partecipare il popolo. È un’esigenza democratica che condivido, così come il governo italiano e abbiamo cominciato a discuterne in commissione Politiche Ue.
Proprio in questa fase si pone la questione dell’inserimento graduale nell’UE dei paesi dei Balcani occidentali. Può avvenire attraverso la progressiva adesione di Montenegro, Serbia, Albania, Macedonia, Kosovo e Bosnia-Erzegovina, via via che avranno raggiunto gli standards richiesti. Sono d’accordo con il presidente del Parlamento europeo Tajani”, ha concluso Chiti: “per il Montenegro deve essere possibile l’obiettivo di entrare a far parte dell’Unione nel 2020”.