La legge sullo Ius soli va approvata in questo autunno, come a luglio si è impegnato a fare il presidente del Consiglio. Resto convinto che quel rinvio dell’esame al Senato sia stato un errore.
Ora altri ritardi non sarebbero accettabili: Il centrosinistra non può avere paura di estendere i diritti di cittadinanza. Su questi temi si dovranno fondare domani le scelte per le alleanze. Né si possono ipotizzare trattative al ribasso che sviliscano il senso della legge.
Ogni giorno che passa senza la sua approvazione ci assumiamo una responsabilità seria: trattiamo come cittadini di serie B ragazzi e bambini che già fanno parte della nostra comunità.
La proposta di legge prevede che può diventare cittadino italiano chi è nato qui da genitori stranieri, se almeno uno dei due ha un diritto di soggiorno permanente, nel caso di cittadini dell’Unione Europea, o il permesso di soggiorno di lungo periodo, nel caso di persone provenienti da paesi extra comunitari. Il permesso di soggiorno di lungo periodo viene rilasciato solo a chi da almeno 5 anni viva legalmente nel nostro paese, abbia un reddito non inferiore all’importo dell’assegno sociale, un alloggio che rispetti i requisiti di legge, abbia superato un test di lingua italiana. Va ribadito che stiamo parlando di bimbi che vivono stabilmente in Italia, figli di persone che ci abitano e lavorano in condizioni almeno dignitose.
Un’altra strada per diventare cittadini italiani, è questa: il minore straniero che sia nato in Italia o sia entrato nel nostro paese entro i primi 12 anni di vita, acquista la cittadinanza a condizione che abbia frequentato almeno 5 anni di scuola presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione. 5 anni di scuola, non 5 giorni o qualche mese.
È una falsità senza fondamento – frutto della propaganda della destra – la tesi secondo cui lo Ius soli rappresenterebbe un incentivo o un abbassare la guardia rispetto al flusso dei migranti. Nessun bambino nato durante o subito dopo uno sbarco in Italia acquista la cittadinanza. Ciò a cui ha diritto sono l’affetto, l’assistenza, il rispetto, il riconoscimento della sua dignità. La cittadinanza è un’altra cosa.
Sono state assunte posizioni più rigorose sul controllo degli arrivi dei migranti ed è stato chiesto all’Unione Europea di fare la sua parte. Bisogna impegnarci per abolire la legge Bossi-Fini. Con la stessa determinazione abbiamo il dovere di riconoscere diritti fondamentali a chi vive con noi. Sono aspetti inseparabili, due facce della stessa medaglia. In assenza dell’una, l’altra non reggerebbe.