“L’articolo 56 della nostra Costituzione stabilisce che ‘la ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni…si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione…distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione…’. È quindi del tutto evidente l’incostituzionalità di una legge elettorale che preveda di utilizzare il censimento dei primi anni ’90: unica giustificazione, la norma transitoria per andare a elezioni anticipate. Non si prendano dunque in giro i cittadini facendo improbabili smentite. Voglio ricordarlo a tutti noi in quanto parlamentari: siamo per primi tenuti al rispetto della Costituzione. Nessuna ragion politica può farci venir meno a questo dovere”.
Così in una nota il senatore del Pd Vannino Chiti.
“Voglio anche ribadire l’invito a noi del Pd – aggiunge – a non consegnarci in modo permanente alle larghe intese. Impegniamoci con coerenza a costruire, non a parole ma nei fatti, il centrosinistra. Battiamoci per convincere altre forze politiche a introdurre ragionevoli correttivi che favoriscano la governabilità: o tornando alla proposta con il 50% di collegi maggioritari e 50% di proporzionale, introducendo il voto disgiunto su due schede, o accogliendo quella di Walter Tocci, 100% di collegi, chi supera il 40% vince il seggio, per il resto distribuzione proporzionale.
Infine una precisazione anche se ovvia: le mie battaglie continuo a condurle nel Partito Democratico. Tra l’altro, su leggi costituzionali ed elettorali, esiste non la disciplina di gruppo ma la libertà di coscienza”.