“Mi auguro che Matteo Renzi accetti i confronti pubblici nelle tv proposti dagli altri candidati alla segreteria del Pd”. Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti, che sostiene la candidatura di Andrea Orlando alle primarie per la segreteria.
“Non è una concessione a Orlando e Emiliano – aggiunge – ma un dovere verso il nostro partito, un’attenzione rispettosa per quanti guardano a noi. La partecipazione dei cittadini alle primarie non segnerà soltanto il grado di salute del Pd, ma è una condizione per affrontare con successo gli impegni che ci aspettano. Giornalisti delle cronache cosiddette informate ci dicono che Renzi vorrebbe piuttosto dedicarsi a dibattiti con futuri candidati premier dei Cinque Stelle. Fosse così si confermerebbero una sua passione e una sua illusione: la passione non per il partito ma per Palazzo Chigi; l’illusione di poter governare e addirittura trasformare l’Italia senza un partito e un’alleanza di centrosinistra.
Il Pd ha bisogno di rilancio, di cura e impegno prioritari, non di seconda mano, a tempo perso. Altrimenti, come dimostra l’esperienza degli ultimi tre anni, non riusciremo a cambiare l’Italia ma finiremo in un vicolo cieco”.
Caro Chiti,
il boy scout di Rignano, diventato grande per meriti “tuoi” – la soglia del 40% per vincere le primarie di Firenze, superata per una manciata di voti – non ha alcun interesse ad avere un confronto con i candidati alla segreteria del partito. Lui le primarie le ha già vinte nei circoli, guidati dai suoi pretoriani, attraverso un tesseramento falso, che ha raddoppiato in poche ore gli iscritti al PD. Basta leggere i dati di alcune città del Sud, tipo Salerno, tanto per intenderci. Che necessità ha di affrontare un confronto scivoloso sul partito e su un programma di governo che lo metterebbe in difficoltà? Lui ha un profondo disprezzo verso chi tenta di sbarrargli la strada (Emiliano e Orlando) ed il suo fine, come ben sai, è Palazzo Chigi. Il partito è un trampolino di lancio per lo “statista rignanese” che, costi quel che costi, è disposto a fare un patto con il diavolo (Berlusconi) per un nuovo Nazareno. La conferma di ciò che dico è dato dalla mancanza di una proposta concreta di una legge elettorale che tenga conto dei suggerimenti della Consulta e del Presidente della Repubblica. Perché favorire una legge elettorale diversa tra i due rami del Parlamento. Perché solo attraverso l’inciucio con l’ex cavaliere può ritornare a vestire i panni del leader del nostro Paese. Il PD non è quello che abbiamo contribuito a fondare, con i valori del centrosinistra, dell’Ulivo, di una coalizione inclusiva. Ricorderai le discussioni sul Pantheon, su quei nomi prestigiosi della tradizione dei due partiti, DC e PCI. Di quelle discussioni, di quelle speranze, caro Chiti, non è rimasto più nulla. Oggi il PD è PDR, è Forza Italia con un uomo solo al comando. Dopo anni di militanza sono alla ricerca di una “casa” che possa accogliere chi è andato via in silenzio, in punta dei piedi o sbattendo la porta. Occorre rifondare il centrosinistra, dare una mano a chi ha avuto il coraggio di dire NO alle scelte dello “statista” di Rignano, per dire SI a Pierluigi Bersani , a Massimo D’Alema, ad Enrico Rossi che hanno sentito il dovere di tentare di riorganizzare il partito. Caro Chiti, spero di aver ritrovato la strada che per anni mi ha fatto lottare, andare in piazza, combattere le ingiustizie e le diseguaglianze. Con Matteo Renzi siamo lontano dai nostri valori. Rimanere nel PD di Matteo Renzi significa mettere un bavaglio alle nostre aspettative.