Dopo l’insediamento alla Casa Bianca, come un flagello sono arrivati i primi provvedimenti di Donald Trump: simbolici alcuni, effettivi altri, ma tutti destinati a gelare chi sperava in un ripensamento dopo le elezioni.
Il presidente ha firmato l’ordine esecutivo di ritiro degli Stati Uniti dal Trans Pacific Partnership, un accordo di libero scambio con 11 paesi che Obama aveva fortemente voluto. In realtà il Tpp non era mai stato ratificato dal Congresso. La mossa risponde ad un disegno neo-protezionistico, tanto velleitario quanto pericoloso: nel caso del Tpp, è un colossale regalo alla Cina, proprio il paese contro cui Trump si è più volte scagliato per la concorrenza commerciale sleale. La Cina, esclusa dal Trattato, può adesso dare vita a un blocco alternativo.
Altra mossa politicamente grave è la decisione di costruire un muro al confine con il Messico. Il messaggio ha il segno dell’intolleranza, della protervia tra esseri umani e tra stati. L’opera costerà tra i 10 e i 20 miliardi di dollari: l’aspetto più paradossale è la pretesa di Trump di farlo pagare al Messico!
Prima ancora di completare i festeggiamenti, Trump ha firmato un altro atto con cui vuole “alleggerire” l’Obamacare, la riforma che ha introdotto una forma di sanità pubblica negli Usa. Lo scopo è quello di risparmiare, non sui più ricchi, ma sui poveri, ai quali verranno negate cure prima consentite. La riforma può essere abrogata solo dal Congresso, ma resta il peso di un indirizzo politico: più privilegi ai ricchi, meno sostegno pubblico a chi ha bisogno. E poi si pontifica che destra e sinistra sono categorie del passato!
Infine, il neo-presidente ha deciso di chiudere le frontiere ai profughi, in fuga da guerre e carestie, e vietato l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen). Ne ha dimenticati altri, con cui fa affari la sua famiglia. Soprattutto ha introdotto una discriminazione inammissibile su base etnica e religiosa, in contrasto con i diritti umani e i valori che fanno amare gli Stati Uniti. Il provvedimento in parte si è arenato, grazie agli anticorpi democratici presenti nella società americana. Resta, come tratto della nuova presidenza, il mix preoccupante di propaganda e incentivi a divisioni, intolleranza, privilegi, disuguaglianze.