L’Italia è un paese ancora attraversato da divari interni. Si sono accentuate le distanze tra pochi super ricchi, le persone che faticano a far fronte alle esigenze della vita e qualche milione di poveri. Ci sono disuguaglianze nelle condizioni di lavoro, nell’accesso alle opportunità di vita, nel diritto alla salute e all’istruzione. Ieri una tragedia ferroviaria in Puglia ci ha ricordato che esiste anche un divario tra il trasporto sull’Alta velocità e il resto dei treni. Abbiamo fatto, come era giusto, la “metropolitana d’Italia” ma l’impegno era quello di non dimenticare i pendolari che ogni giorno si destreggiano tra treni vecchi, sporchi, in ritardo a volte poco sicuri. Il patto era diverso: sì all’Alta velocità e alle sue opportunità in cambio di altrettanta attenzione e investimenti sulle ferrovie regionali e locali.
17 chilometri e 10 minuti per percorrerli. È la tratta a binario unico tra Andria e Corato, in provincia di Bari. Quando passa un treno in una direzione, non può passarne un altro in senso opposto. Il personale ferroviario gestisce lo scambio tra i treni comunicando attraverso fax e fonogrammi. Martedì 12, anche a causa di un susseguirsi di ritardi, qualcosa è andato storto. Su quel tratto di linea non esiste alcun sistema automatico di controllo. La sicurezza è affidata all’abilità dei macchinisti e ai due capistazione. I sistemi automatici non sono obbligatori su linee non direttamente gestite dallo Stato. E’ qui che bisogna cambiare la legislazione e subito!
In Italia la gran parte delle tratte ferroviarie è a binario unico. Dovrebbero essere riservate alle zone dove c’è un traffico limitato, ma non è così. Il binario unico non è di per sé sinonimo di sciagura assicurata. La tecnologia può compensare questo deficit, ma, come abbiamo visto, non sempre c’è. La realizzazione del doppio binario, in un tempo ragionevole, resta in ogni caso un obiettivo per la modernizzazione delle nostre ferrovie. I soldi per realizzarlo in Puglia c’erano: li aveva stanziati la tanto vituperata Unione Europea. I fondi strutturali sono uno dei vantaggi di cui possiamo godere grazie all’Europa unita: si tratta solo di conoscerli, e di saperli utilizzare. Il progetto per il raddoppio risale addirittura al 2007, ma solo in queste settimane sarà fissata la scadenza per la presentazione delle domande per partecipare al bando. Impariamo a lavorare con impegno, serietà e spirito di collaborazione.