Lunedì prossimo l’Italia celebra la Festa della Liberazione dalla dittatura nazifascista e della Seconda Guerra Mondiale: una tragedia segnata dalle deportazioni, dalla mostruosità dei campi di concentramento, dalla cancellazione dei diritti umani e delle fondamentali libertà personali. Da 71 anni festeggiamo questa ricorrenza e dobbiamo continuare a farlo. È la base sulla quale è sorta la Repubblica e poi la Costituzione. Questo il suo significato e il suo valore.
Mantenere la memoria è una condizione irrinunciabile per avere un presente e un futuro di progresso. La lotta di Liberazione vide la partecipazione di gran parte del nostro popolo, dai partigiani ai militari, dai giovani agli operai, dalle donne agli intellettuali, dai laici agli uomini di chiesa.
Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Nel giro di pochi giorni, con il contributo degli eserciti alleati, venne liberata tutta l’Italia settentrionale, dove si era insediata la Repubblica Sociale Italiana, il regime voluto dalla Germania nazista e guidato da Benito Mussolini.
Il 25 Aprile è la festa della libertà, della pace, dell’unità del nostro popolo, della democrazia europea. Sono i valori che ritroviamo scritti nella Costituzione, in particolare nei primi 12 articoli, dove sono raccolti i principi che fondano la nostra vita collettiva.
La Costituzione è figlia della Resistenza. Grazie ad essa l’Italia è stata ed è protagonista della costruzione dell’ Unione Europea. Fra pochi mesi saremo chiamati a pronunciarci, attraverso il referendum, su un’ampia riforma della Costituzione: non viene modificata la sua Prima parte, ma la Seconda, che disciplina organizzazione e funzionamento delle istituzioni nazionali e locali. Era doveroso che venisse data ai cittadini l’ultima parola, quella decisiva. Lo avevamo chiesto fin dall’inizio, quando con alcuni colleghi avanzammo alcune proposte alternative per la riforma. Ciò che deve guidarci, in questi passaggi importanti, è la volontà di un rafforzamento della democrazia, di un allargamento della partecipazione, di una fiducia più solida tra gli italiani e le istituzioni della Repubblica.
Superare il bicameralismo paritario e dare attuazione alla possibilità di svolgere i referendum, anche propositivi, vuol dire muoversi in questa direzione.