Lo scandalo fiscale “Panama papers”, svelato dal Consorzio internazionale di giornalisti investigativi (Icij), riporta l’attenzione generale sull’ignobile esistenza di paradisi fiscali in cui si nascondono capitali enormi, che sfuggono dal fisco dei paesi di appartenenza e dalle inchieste contro la criminalità organizzata: spesso infatti si tratta di proventi di attività illecite.
È stata fatta luce su milioni di pagine di documenti che raccontano quasi 40 anni di affari offshore: 200 mila società, fondazioni, trust con sede in 21 paradisi fiscali sparsi per il mondo. Sono coinvolti anche 800 cittadini italiani; in Europa e nel mondo imprenditori, esponenti politici e istituzionali di primissimo livello – magari leader di Stati contrapposti – o i loro entourage, sportivi e esponenti del mondo dello spettacolo.
Sono diversi milioni di euro sottratti alla legalità e all’interesse della collettività in tanti paesi, tra cui l’Italia. Migliaia di persone da anni nascondono i propri colossali capitali per non contribuire alla spesa pubblica per sanità, istruzione, assistenza sociale, trasporto pubblico, viabilità, ammortizzatori sociali. È una vergogna. Chi commette queste nefandezze dovrebbe vergognarsi di fronte ai propri concittadini, a quanti ogni giorno combattono per assicurare alle proprie famiglie un’esistenza dignitosa. Siamo di fronte all’evasione di ricchi che vogliono essere sempre più ricchi senza rispettare le leggi, senza un minimo sentimento di responsabilità e solidarietà.
Tra chi è coinvolto, c’è chi predica rigore, tasse più leggere e poi ricorre alle società offshore per sfuggire ai propri doveri.
È una vicenda di dimensioni globali e quindi è doveroso che si attivino le organizzazioni internazionali per fare piena luce sulle responsabilità di ognuno e per isolare e mettere definitivamente al bando questi paradisi fiscali che operano al di fuori della trasparenza e della democrazia. L’Europa faccia sentire la sua voce! Ogni singolo paese faccia i conti con i propri “furbi nazionali”. Al governo italiano chiediamo di agire con fermezza. L’Italia ha ancora una troppo estesa area di evasione. Si deve far pagare quanto dovuto “ai nostri furbi”, senza alcuno sconto. Devono essere resi noti tutti quelli che si sono serviti di scappatoie nascoste per venir meno ai loro doveri di cittadini. Nessuno di loro deve più ricoprire ruoli pubblici di responsabilità.