“Quali che siano le scelte che ognuno fa nel merito del referendum sui giacimenti di idrocarburi, il dovere del Pd è quello di favorire la partecipazione dei cittadini. Sono loro a dover decidere. È il succo della democrazia e un punto fermo della cultura politica del Pd, che ha fatto delle primarie, cioè del ruolo dei cittadini, una scelta di discontinuità con il passato, con gli stessi partiti protagonisti della sua nascita”.
Lo scrive nel suo blog il senatore del Pd Vannino Chiti.
“La nostra ambizione – ha aggiunto Chiti – deve essere quella di innovare in profondo nella politica italiana, tanto più in una fase in cui l’astensionismo segna un preoccupante distacco tra cittadini e partiti. Lo si è visto anche in recenti elezioni.
Altrettanto sbagliato è introdurre il tema del costo finanziario della consultazione come un motivo della sua inutilità. Era possibile l’election day con le amministrative. La legge per i referendum non lo vieta. Il governo poteva farlo. Sarebbe stata cosa buona e giusta! Esistono piccoli impedimenti di natura tecnica, superabili con un semplice decreto. Lo ha sottolineato alla Camera il ministro Alfano il 3 febbraio scorso. Eviterei di raccontare bugie ai cittadini.
Il referendum ha anche un significato politico: una scelta di campo netta per la nostra politica energetica. L’Italia deve puntare sulle energie rinnovabili, a partire dal solare. Dobbiamo diventare leader mondiali su ricerca e produzioni. Questo è il futuro, non un sogno. Peccato che in Italia ci sia un ministro dell’Ambiente che, a quanto emerge dalle sue dichiarazioni, considera la sua funzione irrilevante, anziché proporsi di far diventare una scelta strategica per l’Italia uno sviluppo ecologicamente e socialmente sostenibile”.