Donald Trump è ormai il favorito della destra americana per la corsa alla Casa Bianca. Diciamolo chiaramente: è una brutta notizia. Dimostra che il vento del populismo ha superato l’Oceano e soffia anche negli Stati Uniti.
Trump è a tutti gli effetti un esponente del fronte reazionario. La sua proposta politica prevede: realizzazione di un muro al confine con il Messico per respingere gli immigrati provenienti da quel paese, come se il cemento fosse la soluzione al bisogno di lavoro e dignità in mezzo mondo; cancellazione dello ius soli: i figli degli immigrati non saranno più americani. È la negazione della nascita stessa degli Stati Uniti: un paese formatosi col “meltin pot”, la mescolanza di razze e culture. Poi la solita ricetta della destra, l’abbattimento delle tasse ai più ricchi, che comporta la distruzione delle politiche sociali presenti negli Usa, a partire dalla riforma sanitaria voluta da Obama, un grande passo avanti nella universalità dei diritti. Attenzione, non si tratta di un sostegno fiscale per il potere d’acquisto delle fasce di popolazione a reddito medio-basso e per le imprese. È liberismo puro, una concezione in cui lo Stato, la solidarietà, la redistribuzione del reddito, il welfare vengono spazzati via e l’individualismo la fa da padrone. Infine, Donald Trump si impegna a non chiudere il supercarcere di Guantanamo, una pagina nera dei diritti umani.
Le forze populiste prendono piede per limiti, diversi tra loro, delle sinistre e delle destre. Il fronte progressista non riesce ad avanzare una proposta convincente per contrastate le disuguaglianze, creare sviluppo sostenibile, gestire i fenomeni migratori, dare vita a una nuova stagione di democrazia partecipativa.
Le destre invece gli istinti del populismo li accarezzano da tempo, a tratti li cavalcano, adesso rischiano di essere travolte da quanti lo hanno sposato in pieno.
È un pericolo che corriamo anche in Italia: mentre in Francia, Gran Bretagna e altri paesi europei già negli scorsi decenni si è affermata una destra repubblicana, a cui si accompagnano formazioni neofasciste, in Italia vi è il rischio che protagonista diventi il populismo reazionario. La Lega nord lepenista contende la leadership a ciò che resta di Forza Italia e Area Popolare rischia di sparire dall’agone politico. Sarà bene, finché c’è tempo, farci attenzione anche da parte nostra.