00220068La compagnia aerea Air France ha annunciato 2900 licenziamenti, diverse centinaia di dipendenti hanno preso d’assalto il quartier generale dell’azienda, costringendo due manager a scappare a torso nudo. I contenuti di violenza di questo episodio sono inaccettabili e devono essere stigmatizzati con fermezza. Ma non si può sottovalutare il livello di tensione e esasperazione che riguarda milioni di lavoratori in tutta Europa, quello francese è solo l’ultimo episodio simbolo.
Il ministro dell’Economia Padoan ha annunciato che l’Italia chiederà ai suoi partner dell’Eurozona di sostenere un sussidio comune di disoccupazione per proteggere chi perderà il lavoro da futuri shock economici. È una proposta seria e importante. Mi auguro che l’Italia dia seguito a questo annuncio e si batta in Europa affinché diventi realtà.
L’obiettivo della piena occupazione, la dignità del lavoro e delle retribuzioni devono essere la priorità della sinistra in Italia e in Europa.
L’Unione Europea deve impegnarsi per uno sviluppo sostenibile e diventare, nel terzo millennio, la patria di un mercato del lavoro equo, amico dei lavoratori e delle imprese.
Abbiamo bisogno di investimenti pubblici e privati per creare innovazione e posti di lavoro in settori che guardino al futuro nei prossimi decenni; dobbiamo dare vita ad un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale e sociale, sulla solidarietà e sulla libertà.
Chi resta senza lavoro, a prescindere dal tipo di contratto o di impiego precedente, deve godere di un diritto e assolvere ad un dovere: gli spetta un sussidio di disoccupazione – se necessario prolungato nel tempo – che gli garantisca di vivere con dignità; deve prendere parte a programmi di formazione, aggiornamento e ricollocazione professionale. Il sistema di ammortizzatori sociali si sta rinnovando ma bisogna ancora lavorare e dotarlo di risorse sufficienti perché diventi in Italia realmente universale e assuma una sua prima forma a livello europeo.
Il sistema di politiche attive del lavoro, invece, è un vuoto da colmare, l’elemento mancante anche dopo le varie riforme del lavoro approvate.
Non possiamo lasciare indietro nessuno. Il sostegno economico e l’aiuto per trovare un nuovo lavoro sono un dovere di progresso e civiltà.