APTOPIXAustriaIranNuclearTalksJPEG-02c8b_1436872170-kVKI-U1060387575008EUE-700x394@LaStampa.itL’accordo raggiunto con l’Iran sul programma nucleare è una buona notizia: si tratta di un passo significativo per dare al Medio Oriente stabilità e pace.
L’intesa prevede controlli rigorosi e l’automatico riattivarsi delle sanzioni in caso di inadempienza da parte dell’Iran: la tecnologia nucleare dovrà essere esclusivamente utilizzata per scopi civili.
Il pericolo che Teheran si dotasse di armi nucleari era concreto: secondo alcuni esperti sarebbero bastati appena 2, 3 mesi. Era una minaccia non solo per Israele ma per tutta l’area mediorientale, già scossa da guerre e terrorismo. Ora l’Iran è messo alla prova: potrà svolgere un ruolo attivo per la pacificazione della regione. L’ accordo è anche un contributo per isolare e sconfiggere il terrorismo. Gli Sciiti – che hanno nell’Iran il loro riferimento – sono già oggi, insieme ai Curdi, le forze realmente in campo contro l’Isis, il califfato del terrore.
L’Iran riprenderà le relazioni diplomatiche e commerciali con il resto del mondo. Per la comunità internazionale si apre un grande mercato di quasi 100 milioni di abitanti; le imprese – a partire da quelle italiane ed europee – potranno operare investimenti in grado di creare lavoro e ricchezza; nel mercato delle materie prime entreranno le riserve iraniane; i cittadini dell’Iran, in particolare i tanti giovani, potranno più facilmente entrare in contatto con altre culture.
L’Unione Europea con la Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Federica Mogherini è stata tra i protagonisti dell’intesa. È un spiraglio di speranza. Così vorremmo che fosse l’Europa, in grado di esercitare una leadership per la diffusione della pace nel mondo. Dopo questo accordo l’Ue ha davanti a se un nuovo compito: l’Iran non è una democrazia compiuta. Al suo interno i diritti umani non sono pienamente rispettati. Bisogna rafforzare i valori che mettono al centro la persona e la sua dignità. È il prossimo passo da compiere.