00220068«Lo spreco di cibo è un insulto alla società. La cultura dello scarto e del consumo illimitato non si concilia più con lo sviluppo economico». Lo ha detto il presidente della Repubblica Mattarella in un messaggio all’Expo.
Anche il Papa ha speso parole forti su questo tema: «c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi». Così Francesco in un videomessaggio inviato, a febbraio, all’incontro “Expo delle idee”.
Lo spreco di cibo e la follia del consumismo sfrenato ad opera della parte ricca della popolazione mondiale per un verso; la carenza di cibo nella quotidianità di 800 milioni di persone nel mondo. È questo il paradosso drammatico che dobbiamo affrontare e vincere.
Ogni anno in Italia si recuperano 550mila tonnellate di prodotti che non possono essere più venduti ma ancora commestibili. Altri 5,5 milioni di tonnellate, invece, finiscono in discarica. Secondo la FAO, la quantità di cibo che finisce nella spazzatura supera il 35% della produzione totale, per un costo economico stimato in circa un trilione di dollari. Questi dati sono sufficienti per comprendere la gravità di questo “delitto” perpetrato dalla comunità mondiale.
Expo 2015, dedicato al tema “nutrire il Pianeta”, è la grande occasione da non sprecare per una forte sensibilizzazione sul tema e per raggiungere i primi risultati. Proposte interessanti giungono da Italia e Francia.
Il nostro governo ha presentato il progetto “Spreco zero”: si punta a semplificare le leggi per rendere più convenienti le donazioni di cibo per chi lo produce e lo distribuisce.
L’Assemblea Nazionale Francese ha approvato una legge che istituisce, per i supermercati sopra i 400 metri quadrati, una sorta di “reato di spreco alimentare”: non sarà più possibile smaltire – trasformandolo in rifiuto – il cibo invenduto ma ancora commestibile.
La commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, che presiedo, ha aderito ad una iniziativa della Camera dei Lords inglese per una richiesta collettiva dei Parlamenti nazionali: si punta a sollecitare l’adozione da parte della Commissione europea di un approccio strategico sugli sprechi alimentari.
Il contrasto allo spreco alimentare e alla fame nel mondo è un obiettivo che richiede del tempo, ma sono obbligatori passi in avanti graduali a partire dal futuro più immediato.