nessun-essere-umano-e-illegal“Sono stati individuati dei luoghi in tutte le Regioni, sia per i profughi sia per i clandestini. È un’emergenza grave che richiede la solidarietà e il concorso di tutte le Regioni. Credo che davvero questi atteggiamenti di rifiuto che sorgono ovunque si individui un luogo dove accogliere temporaneamente” gli immigrati “non possano essere giustificati”.
Non sono parole del ministro dell’Interno Alfano e nemmeno del presidente del Consiglio Renzi. Si tratta di un intervento pronunciato nel 2011 dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni. Accostare queste considerazioni a quanto sta dicendo, e purtroppo facendo, Maroni in questi giorni come presidente della Lombardia, fa vedere bene il livello di propaganda strumentale e di estremismo della Lega Nord modello Salvini.
Il modo più semplice per raccogliere quote di consenso fine a sé stesso è cavalcare la paure e le preoccupazioni dei cittadini, proporre la soluzione apparentemente più facile, fregandosene del fatto che sia inattuabile o inaccettabile. In questa operazione mistificatoria si manipolano o censurano le informazioni. Ad esempio, snocciolando i dati relativi all’accoglienza già operata dalle Regioni, Maroni confonde i profughi con i migranti e propone il blocco delle frontiere. In un sol colpo spariscono il diritto all’asilo politico per chi fugge da guerre e carestie e la necessità di non condannare a morte migliaia di persone in Africa o nel Mediterraneo.
Sotto i colpi della propaganda leghista, si polverizzano legalità, Costituzione e le diverse competenze dell’ordinamento italiano. Muovendoci come Maroni, il governo Renzi dovrebbe tagliare i finanziamenti alle Regioni che rifiutano di farsi carico di un’emergenza nazionale, contrapponendosi ad una responsabilità che proprio la Costituzione affida ai governi. Giustamente i prefetti hanno replicato a Maroni, affermando che per la questione delle richieste d’asilo si atterranno alle direttive del ministero dell’Interno. La Lega non si rende conto che la sua politica trascinerebbe il regionalismo italiano alla deriva: nel 1800, non nel percorso di costruzione di una democrazia europea.
La stessa destra italiana, almeno ciò che resta di Forza Italia, sta uscendo dall’orizzonte di quella democratica europea rappresentata dal Partito Popolare. Che squallore vedere il neo-presidente della Liguria Toti a rimorchio del salvin-lepenismo. Se è questa l’alternativa di governo al Pd, andranno poco lontano.