sciopero generale della CGIL - i personaggiIl provvedimento del governo sulle pensioni era l’unica strada percorribile senza sfasciare i conti pubblici e rinunciare a ogni possibile politica per lo sviluppo e il lavoro. Restituire tutto a tutti, o gran parte dell’importo, anche a quanti hanno pensioni elevate, significava dar vita a una manovra economica insostenibile, come quelle che impegnando risorse non realmente disponibili hanno in passato determinato il nostro enorme debito pubblico, imponendo duri sacrifici ai cittadini. Le scelte giuste non si misurano in astratto, ma sulla base della loro realizzabilità. Il governo ha dato una risposta alla sentenza della Corte Costituzionale, assicurando a 3,7 milioni di persone un po’ di soldi in più e mantenendo l’equilibrio finanziario. La priorità resta il rilancio dello sviluppo e la creazione di occupazione stabile. Il percorso in parte è intrapreso dopo la stagione dell’austerità fine a sé stessa: bisogna ora andare avanti con convinzione. L’Italia è impegnata per cambiare le politiche pubbliche europee e aprire spazi per la flessibilità finanziaria e gli investimenti: un’impennata del nostro deficit e del debito pubblico – il nostro vero fardello – non sarebbe stato un buon biglietto da visita.
Sempre in tema di pensioni, il governo ha fatto sapere che con la Legge di Stabilità verranno modificate le norme sull’età pensionabile varate da Monti. È giusto allontanare il momento del passaggio dal lavoro alla pensione: lo suggerisce l’allungamento dell’aspettativa di vita. Dopo la grande emergenza del 2011 e le misure adottate non senza errori a danno dell’equità sociale, è arrivato il momento di individuare meccanismi più flessibili. È anche una via per dare risposte al diritto dei giovani al lavoro e per redistribuire sull’insieme della società i benefici delle innovazioni tecnologiche. La soluzione è un sistema che preveda incentivi e disincentivi: i cittadini devono poter scegliere se rinunciare a qualcosa nel loro assegno per anticipare il meritato riposo o puntare a monetizzare un impegno prolungato. E deve essere rilanciato, accanto a quello pubblico, il pilastro privato per avere pensioni dignitose, non come i minimi attuali. Le proposte in campo sono diverse, alcune di iniziativa parlamentare. È importante che insieme all’Inps si individui e approvi entro l’anno quella più equilibrata. In gioco è anche la sorte di tante persone che si trovano senza lavoro e incontrano, a causa dell’età avanzata, maggiori difficoltà a trovarne un altro.