”Siamo a un bivio: dietro di noi, l’Unione Europea sorta dalle distruzioni delle guerre e da inimicizie secolari, portatrice di pace, benessere, rispetto dei diritti umani; negli occhi, un’Europa incompiuta; davanti a noi l’Unione che ci potrebbe essere, in grado di decidere  in primo luogo sulla politica estera e di sicurezza. Se non riusciremo a compiere questi passi, rischiamo di perdere lo spirito dei padri fondatori e i risultati raggiunti nell’integrazione europea. Nel XXI secolo le sfide non possono essere affrontate dagli Stati nazione europei. Nel 2030 nessuno dei nostri Paesi, nemmeno quelli piu’ forti, saranno protagonisti sullo scenario mondiale, nello stesso G8”.
Lo ha detto il senatore Vannino Chiti, presidente della commissione Politiche dell’Unione europea, nell’aula del Senato, nel corso della riunione plenaria della COSAC, Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell’Unione dei Parlamenti dell’Unione europea.
”Crisi economica e sfide alla democrazia – ha aggiunto Chiti – sono strettamente connessi. E’ un aspetto fondamentale che dobbiamo affrontare in questi giorni di lavoro della COSAC. E’ stato anche al centro della Presidenza italiana. Vi sono alcuni segni di novita’, anche importanti, ma occorre estenderli. Il piano del Presidente Juncker per attivare 315 miliardi di euro, tra investimenti pubblici e privati, deve essere un punto di partenza per  un ‘new deal’ europeo.
Anche il Progetto politico per rafforzare l’Unione Europea come democrazia sovranazionale deve procedere. Bisogna superare il metodo intergovernativo: sulle competenze gia’ europee le funzioni spettano a Commissione, Consiglio, Parlamento europei. Su di esse si deve avere il dialogo con i Parlamenti nazionali”.